sabato 28 agosto 2010

Charles Smith: il "Ragno" alla Lottomatica

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=116550&sez=HOME_SPORT

di Gabriele Santoro

ROMA (28 agosto) - Punti, leadership ed esperienza: questo si aspetta Matteo Boniciolli dalla guardia statunitense Charles Smith, firmato dalla Lottomatica Roma per un anno. L'ex giocatore dell'Efes Pilsen formerà con Darius Washington e l'ala piccola (intanto nel ruolo per un mese in prova c'è il diciottenne serbo Djordje Drenovac) ancora da ingaggiare il terzetto di esterni che dovranno garantire al quintetto romano pericolosità offensiva e carisma sul parquet, mentre dalla panchina sono attesi alla stagione della consacrazione i nazionali Giachetti, Vitali e Datome.

Per il trentacinquenne Smith si tratta del quarto ritorno in Italia (Bologna, Udine e Pesaro),
con alle spalle una lunga carriera da protagonista in Europa (Real Madrid con cui ha vinto scudetto, Uleb Cup e votato miglior giocatore del campionato spagnolo) e sei canotte diverse indossate nell'Nba. La fisionomia della nuova Virtus appare più equilibrata e senza gli equivoci tecnici dello scorso anno (4 ali piccole e 1 guardia) con alcune certezze e altre scommesse interessanti dalle quali dipenderà il buon esito dell'annata.

Dieci anni fa è stato proprio il coach triestino a portare Smith in Italia
: «Già ho lavorato con lui - sottolinea Boniciolli - perché con Giancarlo Sarti lo ingaggiammo a Udine. Da allora è fra i protagonisti del grande basket europeo. E´ un giocatore di grande livello. Un fuoriclasse assoluto che saprà dare un contributo importante alla chimica di squadra. Con questo colpo, concretizzato al termine di una trattativa lunga e complicata, il presidente Toti dimostra di voler competere ancora ad alto livello».

Chi è Smith. Il suo mestiere è fare canestro anche ad alto coefficiente di spettacolarità. La specialità della casa è il tiro in uscita dai blocchi grazie alla velocità di preparazione ed esecuzione. Dotato di un ottimo tiro in sospensione, che tornerà in voga con l'allargamento dell'area previsto dalle nuove regole, e affidabile dalla lunga distanza. Smith è bravo a guadagnarsi falli, quindi tiri liberi, ma anche nella fase difensiva è un fattore (votato nel primo quintetto difensivo e guardia dell'anno nello scorso campionato turco). In sintesi un giocatore completo in grado di essere utile alla squadra in tante situazioni. Nei momenti caldi delle partite si prende sempre le responsabilità, giocando i possessi decisivi.

Queste sono le sue statistiche nella passata stagione in maglia Efes Pilsen: in campionato 24.4 minuti, 12.9 punti (66% da2, 40% da3), 3 rimbalzi, 2 recuperi di media; in Eurolega 26 minuti, 12.6 punti (63% da2, 35% da3), 2.6 rimbalzi e 2 recuperi di media. Negli ultimi play-off turchi, in cui l'Efes ha lasciato lo scudetto al Fenerbahce di Tanjevic, Smith ha toccato i massimi stagionali: 26 punti in 28' con 6/8 da3 contro l'Erdemir nei quarti, 25 punti in 28' con 4/7 da3 e 11/12 ai liberi nella decisiva gara tre di finale con il Fenerbahce. La guardia nelle gerarchie dell'Efes ha presto scalzato il titolare serbo Rakocevic, miglior marcatore dell'Eurolega 2009, e garantito il rendimento più continuo in un roster zeppo di stelle.

Ecco come si descrive il "Ragno"
(soprannome derivante dalle braccia molto lunghe), grande appassionato di video-games, e svela gli ingredienti della propria longevità sportiva. «Le mie caratteristiche principali? Lavoro sempre duro e sono una persona onesta. La vita notturna? No. Questo è il menù delle mie giornate: mi sveglio presto, mangio e mi alleno. A Madrid avevo due ristoranti preferiti in cui mangiare la paella, il mio piatto preferito, e cercavo senza trovarli cinema che proiettassero film in inglese. Sogno nel cassetto? Vincere l'Eurolega. Alla vita chiedo la salute, serenità e fare il massimo per la mia famiglia (è sposato, ndr). La mia squadra Nba del cuore fin da bambino sono stati i Detroit Pistons, poi da buon texano (nativo di Fort Worth, ndr) sono pazzo per i Dallas Cowboys. Il basket in Europa? I coach sono molto preparati. S'incontrano diverse culture cestistiche e ho imparato che qui ogni partita è fondamentale, non puoi mai rilassarti anche quando giochi con team sulla carta inferiori».

Parabola discendente? Gli unici eventuali dubbi sull'acquisto di Smith, classe 1975, riguardano l'anagrafe. I numeri dell'ultima annata in Turchia non destano preoccupazioni sull'integrità fisica dell'esterno. Nelle precedenti esperienze europee il "Ragno" si è sempre contraddistinto per una seria etica del lavoro e a differenza di molti colleghi Usa vive più di giorno che non la notte. La Virtus Roma è rimasta però scottata negli anni con atleti dai cognomi altisonanti, ma che il meglio lo avevano già dato altrove. Qualche nome? Tyus Edney, Rashard Griffith o le meteore Gary Trent e Ruben Douglas. A Smith il compito di smentire gli scettici ed evitare il rimpianto: «Pensa se fosse arrivato qui dieci anni prima...».

giovedì 26 agosto 2010

Super Bargnani d'Italia

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=116339&sez=HOME_SPORT

di Gabriele Santoro

ROMA (26 agosto) - Un Bargnani d'Italia stratosferico infiamma il PalaFlorio e regala la vittoria, 72-71, con il Montenegro nell'ultima sfida del girone di qualificazione agli Europei 2011. Un successo, il quinto consecutivo per il terzo posto italiano nella classifica finale, che non dà comunque l'accesso diretto alla manifestazione continentale e rimanda la nazionale di Pianigiani agli esami di riparazione dell'Additional Round: la prossima estate con altre sei squadre l'Italia si giocherà l'ultimo posto disponibile per staccare il biglietto destinazione Lituania. I tre passi falsi, soprattutto quello con la Lettonia, nelle prime uscite azzurre hanno compromesso una qualificazione che era nelle possibilità di questa selezione.

Da applausi il pubblico barese caldissimo e corretto. Per tenere aperte le porte della qualificazione diretta l'Italia avrebbe dovuto vincere di almeno 10 punti (all'andata finì 71-62 per il Montenegro) e a metà del terzo quarto non sembrava un'impresa impossibile, 59-44 al 28'. Poi coach Vujosevic ha trovato il talentuoso americano Cook, che di montenegrino ha solo il passaporto gentilmente concesso, a sbrogliare la matassa. Quando la Fiba porrà un freno a questa regalia di passaporti che poi incide anche sui risultati delle nazionali? Le due formazioni disputano una partita vibrante, a tratti nervosa, dominata più dalle difese che dalla fluidità offensiva: pochi contropiedi e tiri comodi concessi .Il romano targato Nba è l'autentico mattatore della serata: segna 34 punti record in maglia azzurra (8/13 da2, 4/5 da3, 6/8 tl), vince il duello con la stella montenegrina Pekovic e sul parquet si guadagna i galloni di leader dell'Italia che verrà. Male, malissimo invece il febbricitante Belinelli abulico e completamente fuori dai giochi. In regia Maestranzi (18 punti) disputa la migliore gara.

La partita. Andrea Bargnani risponde al calore di un PalaFlorio stracolmo di entusiasmo con una partenza a razzo: segna 5 dei primi 7 punti italiani (saranno 8 su 12 al 10'), stoppa e strappa rimbalzi. Vujosevic come nel match d'andata in avvio lascia in panchina il pezzo forte Nikola Pekovic e la spalla Drobnjak. Gli azzurri scappano sul 7-0 al 3'. Il coach del Montenegro spedisce subito sul parquet la stella e l'Italia si blocca con il solo Bargnani a vedere il canestro. L'asse Pekovic-Drobnjak produce il controbreak di 17-5 e il play Cook sulla sirena mette il lay-up del +5, 12-17. Nel secondo quarto Belinelli (0/5 al tiro) prosegue a sparacchiare dalla lunga distanza e Drobnjak punisce le nostre lacune difensive, 12-21. Anthony Maestranzi riaccende la luce in attacco con due triple consecutive, 23-26, e un lampo del vero Belinelli firma il sorpasso, 28-27. Pekovic litiga dalla lunetta, ma ci pensa il playmaker Jeretin con il siluro del 32-34 al 20'.

Al rientro in campo l'Italia stringe in difesa, rispolvera un fantastico Bargnani e pesca la migliore giornata di Maestranzi. L'asse play-pivot fattura in 8' un break di 27-10, 59-44 al 28'. Il Raptors domina con triple, canestri impossibili e spazza la propria area colorata. Il Montenegro s'innervosisce, fallo anti-sportivo e tecnico, ma non si disunisce. L'americano Omar Cook prende per mano i compagni: 3 triple consecutive, due tiri liberi e al 30' la contesa è riaperta, 60-56.
Nell'ultimo periodo Pekovic firma l'aggancio a 4' dalla fine. Bargnani continua a predicare una pallacanestro straordinaria e una schiacciata di Ress dà il +5, 72-67, che consegna di fatto a 2' dalla fine i due punti meritati ma inutili.

L'Italia di Pianigiani. Malgrado non sia stato centrato l'obiettivo della qualificazione diretta c'è anche un bicchiere mezzo pieno da valutare. L'Italia ha lanciato alcune basi per tornare ai livelli che le competono. Il lavoro iniziato alla fine di giugno ha introdotto novità tecniche-tattiche, una ritrovata coesione del gruppo e restituito finalmente un ruolo da protagonisti per gli Nba. Il coach senese ha stabilito le nuove gerarchie, in attesa del ritorno di Danilo Gallinari e di eventuali positive sorprese dal prossimo campionato, promuovendo: l'oriundo Anthony Maestranzi in cabina di regia, un Marco Belinelli a corrente alterna, il fidato gregario Marco Carraretto, il romano Angelo Gigli come completamento ideale di Andrea Bargnani a cui è stata affidata con risposte eccellenti la leadership del gruppo. Dalla panchina Giachetti, Mancinelli e Mordente si sono fatti trovare pronti. Rimandati invece Pietro Aradori, miglior under 22 dello scorso campionato, e Luca Vitali usciti dalle rotazioni di Pianigiani dopo le prime due partite. Bocciato il playmaker della Virtus Bologna Peppe Poeta, sempre fuori dai dodici a disposizione.

Italiani d'Nba. Un risultato tangibile del nuovo corso azzurro è stata la consacrazione anche in nazionale di Andrea Bargnani: oltre venti punti di media nelle 8 partite. L'ala-pivot dei Toronto Raptors ha finalmente indossato, grazie a un feeling subito sbocciato con il ct, i panni del leader: un approdo sicuro per la squadra nei momenti di difficoltà, tanta voglia di sacrificarsi per il gruppo e numeri da Nba. Bargnani si è divertito e ha fatto divertire: i musi lunghi della scorsa estate hanno lasciato spazio a larghi sorrisi e agli applausi di un PalaFlorio pronto a infiammarsi a ogni giocata del Mago. Il bilancio dell'altro Nba d'Italia Marco Belinelli è invece in chiaroscuro: tanta fiducia da lui per il coach senese ripagata con momenti da trascinatore puro e altri passaggi a vuoto (troppe forzature e accentramento del gioco). L'Italia riparte da loro per tornare su palcoscenici ormai troppo lontani.

giovedì 12 agosto 2010

Ombre azzurre

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di Gabriele Santoro

ROMA (12 agosto) - La qualificazione diretta all'Eurobasket 2011 in terra lituana è sempre più un miraggio per l'Italia di Simone Pianigiani. Il talento esplosivo di Nikola Pekovic (28 punti, 11/15 da2), trascinatore della giovane e ambiziosa nazionale del Montenegro, infligge all'Italbasket la terza sconfitta in quattro partite. Il centro montenegrino, fresco di approdo nell'Nba (contratto da 13 milioni di $ a Minnesota) e guidato dal navigato coach Dusko Vujosevic che l'ha svezzato al Partizan Belgrado, è una montagna di muscoli e qualità insormontabile per Andrea Bargnani. Nella bollente ed entusiasta palestra di Bijelo Polje l'Italia rispetto ai precedenti due passi falsi, soprattutto quello con la debole Lettonia, è sempre con la testa sulla partita prima di cedere nella volata decisiva.

Possibilità di qualificazione
. Ora l'Italia osserverà un turno di riposo per tornare sul parquet il 17 agosto nella trasferta in Israele, che deciderà il destino verso gli Europei. Per avere qualche chances di secondo posto bisognerà vincere di 9 punti a Tel Aviv (71-79 all'andata). A qualificarsi sono le migliori di ogni girone, le due migliori seconde e una tra le sei migliori non classificate che l'estate prossima disputeranno l'additional round per centrare l'ultimo posto disponibile. Il girone A è guidato a punteggio pieno dal Montenegro (6 punti), segue Israele (4 punti) e chiudono appaiate con una sola vittoria Italia, Lettonia e Finlandia. I finnici con lo sgambetto di ieri agli israeliani (84-83) hanno riaperto un po'i giochi. Senza il tonfo lettone, 69-68, gli azzurri sarebbero ancora in piena corsa.

Il tempo dei bilanci definitivi
quindi è prematuro, ma si possono trarre alcuni dati di fatto. La scossa Pianigiani non ha risolto, come qualcuno pensava o sperava, problemi ormai annosi della massima espressione del movimento cestistico. Dalla fantastica cavalcata dell'argento olimpico di Atene 2004 la nazionale italiana e dal precedente bronzo europeo 2003 in Svezia non ha più raccolto risultati e non ha neanche seminato per il futuro. Siamo usciti dall'elite del basket europeo e mondiale. La strada per rientrarci assomiglia a quella del Mont Ventoux, terribile salita del Tour de France. C'è stato un vuoto generazionale, di leader e giocatori con estro come Myers-Basile-Fucka etc non ne produciamo più, che l'approdo degli italiani in Nba non ha colmato. Forse la notizia migliore di questa estate è proprio la crescita per qualità e quantità della presenza di Bargnani all'interno del gruppo. Questa nazionale è debole sotto canestro, non ha una regia sicura, tolti Bargnani e Belinelli l'unico terminale offensivo con qualche affidabilità è Mancinelli. Fa riflettere che in cabina di regia, complice l'assenza per infortunio di Giachetti, l'incostanza di Vitali e l'esclusione per scelta tecnica di Poeta, ci si debba affidare al "nuovo" italiano Anthony Maestranzi (playmaker oriundo in forza alla Sutor) all'esordio nel gruppo azzurro. Dei rappresentanti della Lottomatica Roma fino a oggi il solo Angelo Gigli ha avuto un ruolo di primo piano: il pivot Crosariol ha confermato l'insostenibile leggerezza, Datome è finito in tribuna nelle ultime due uscite, Giachetti è rientrato con il Montenegro dopo 20 giorni di stop per problemi muscolari.

Al nuovo corso di Simone Pianigiani i vertici della Federbasket e dello sport italiano hanno chiesto una rapida inversione di tendenza nei risultati e la creazione di un gruppo che nel medio termine possa tornare protagonista. Il primo obiettivo sembra sfumare. Addossare le responsabilità al tecnico della Montepaschi Siena pluricampione d'Italia e immaginare altri scenari in panchina sarebbe miope e inutile. Occorre lavorare a fondo con il materiale umano a disposizione, attendere il rientro in azzurro di Gallinari (nostro miglior talento), investire realmente sui vivai e smantellare illusioni sulla reale consistenza della selezione che non può più snobbare nessun avversario. Si dovrà riflettere anche sulla copertura televisiva. Gli italiani non possono assistere, a meno di affidarsi ad avventurose ricerche di streaming sul web, ai match in trasferta non coperti dalla Rai per i costi dell'acquisto dei diritti televisivi.

I numeri. Delle 15 selezioni impegnate nei tre gironi quello italiano è il quart'ultimo attacco con appena 70.8 punti di media segnati, mentre è la sesta miglior difesa con 73 subiti. Uno dei talloni d'Achille dell'Italbasket è il tiro dalla lunga distanza: siamo gli ultimi del lotto con un misero 25% dal campo. Non va meglio a rimbalzo: quart'ultimi. Nota lieta è il controllo delle palle perse. L'attacco azzurro si fonda sull'asse Bargnani-Belinelli. Il romano fattura 19.8 punti e 6 rimbalzi di media, 26% da3. Il bolognese appena approdato dai Toronto Raptors a New Orleans viaggia a 15.5 punti, ma tira con il 17% da3 ed è il settimo giocatore del torneo per tiri tentati con sei triple a serata. Sul parquet però non scendono i numeri e l'Italbasket dovrà mettere quegli ingredienti che non compaiono sulle statistiche: orgoglio, grinta e voglia di vincere.

sabato 7 agosto 2010

D-Wash: un leader per la Lottomatica Roma

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di Gabriele Santoro


ROMA (5 agosto) – Dopo oltre un mese di trattativa estenuante la Lottomatica Roma ha firmato per un anno Darius Washington (1.88 cm, 91 kg), play-guardia classe ‘85 statunitense con passaporto macedone che ha indossato la canotta virtussina negli ultimi play-off. Il giocatore è stato cercato con insistenza da altre squadre europee, Zalgiris Kaunas e Spartak San Pietroburgo in testa con un timido approccio di Siena, ma alla fine ha scelto Roma per la vetrina importante dell’Eurolega e la piena fiducia dello staff tecnico-societario. Bogdan Tanjevic, direttore tecnico della Virtus, ne aveva già consigliato l’acquisto a maggio.

Chi è Washington? La prima e fugace apparizione romana, appena cinque partite a 13.4 minuti e 5 punti di media, non ha restituito appieno le qualità di D-Wash. Solo nel secondo tempo di gara due della sfida ai quarti di finale contro la Pepsi Caserta l’americano ha offerto un saggio del suo repertorio: ritmi di gioco alti, leadership offensiva ed emotiva della squadra, un primo passo bruciante in entrata e tiro da tre affidabile. Washington è un giocatore determinante in campo aperto con la sua velocità, dotato di buone qualità di palleggio, tende ad accentrare il gioco ma è capace anche di innescare i compagni. Non è una guardia pura e quindi bisognerà capire le gerarchie e il ruolo pensato da Boniciolli nel reparto esterni Lottomatica, che annovera già due playmaker come Vitali e Giachetti. Washington, prima della stagione 2009/2010 da protagonista al Galatasaray (15.4 punti, 3 rimbalzi, 3 assist in campionato; 21.6 punti, 4.5 assist e 3.3 rimbalzi di media in Eurocup), ha assaggiato l’Nba in maglia San Antonio.

Soddisfatto Boniciolli. «Sono molto contento per la conferma di un grande giocatore. Migliorerà con la possibilità di allenarsi con noi sin dall´inizio della stagione. Si tratta di un acquisto molto importante anche dal punto di vista strategico: infatti un play/guardia americano con passaporto comunitario ci apre nuove possibilità su eventuali scelte successive».

Operazione Iannilli. Insieme allo statunitense è stato ufficializzato anche l’arrivo per un anno del centro Andrea Iannilli classe ’84. Sarà il terzo romano con Gigli e Marchetti targato Lottomatica. Promessa mai consacrata, prodotto del vivaio della Stella Azzurra ha giocato nella massima serie a Teramo e poi un’altalena tra la Legadue e l’A Dilettanti. Per Iannilli è un’occasione d’oro per mettersi in mostra, dare una mano negli allenamenti e farsi trovare pronto quando sarà chiamato in causa da Boniciolli.

Cantiere aperto. Il mercato della Lottomatica Roma si muove comunque a fatica. A due settimane dal raduno, previsto per il 18 agosto, sono ancora tantissimi i nodi da sciogliere in casa Virtus Roma. Nel reparto lunghi dopo l’ottimo ingaggio del centro Alì Traoré si è ancora alla ricerca di una soluzione dei casi Hutson e Toure. Con l’ala-pivot statunitense si sta cercando di transare l’oneroso contratto in essere. La situazione del francese è ormai fantozziana: da circa otto mesi non si riesce a trovare un accordo tra la dirigenza romana e l’agente dell’ala per la risoluzione del contratto. Toure non vuole rinunciare anche giustamente a un euro del ricco e improvvido per Roma triennale firmato la scorsa estate, pur sapendo di non rientrare nei piani di Boniciolli. La Lottomatica ha così due caselle degli stranieri bloccate. La conferma del centro Usa Josh Heytvelt è quindi in stand-by. Una volta risolte le due grane il pacchetto interno dovrebbe essere questo: Angelo Gigli, Josh Heytvelt, Alì Traoré e Andrea Crosariol con capitan Tonolli. Mancherebbe sempre un lungo alla Dragicevic in grado di aprire il campo con il tiro dall’arco.

Per completare il reparto esterni sono circolati i nomi di Jeremy Pargo e Patrick Mills, entrambi playmaker con punti nelle mani. Il primo statunitense classe ’86 è stato protagonista nell’ultimo campionato israeliano con la canotta dell’Hapoel Galil Elyon, che ha vinto lo scudetto 2010. Il secondo australiano classe ’88 di ottime qualità è reduce da un infortunio serio, non ha mai giocato in Europa e intende restare nell’orbita Nba (Portland Trail Blazers). Sfumato Bojan Bogdanovic la Lottomatica deve individuare anche l’ala piccola titolare da affiancare a Gigi Datome.