giovedì 22 settembre 2011

Basket, campionato nel caos: Venezia promossa dall'Alta corte del Coni

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=163963&sez=HOME_SPORT

di Gabriele Santoro

ROMA – Un pasticcio molto italiano annodatosi per quattro mesi sta per stravolgere il volto del massimo campionato di basket ad appena sedici giorni dal via previsto l’8 ottobre. Nel primo pomeriggio l’Alta Corte del Coni, ultimo grado della giustizia sportiva, ha accolto parzialmente il ricorso presentato dalla Reyer Venezia avverso alla Federbasket e alla Banca Tercas Teramo. La società veneta ha visto soddisfatta la richiesta di annullamento della decisione assunta dalla Corte Federale della Fip in data 12 luglio che la escludeva dalla serie A in favore della compagine abruzzese e la sua diretta iscrizione al campionato. Venerdì e sabato è in programma il consiglio federale che potrà solo prendere atto del dispositivo della sentenza e ratificare la decisione.

Il caso nasce dalla discussa introduzione nell’estate 2010 della cosiddetta “wild card”/premio di risultato. La penultima classificata della Lega A poteva evitare di scendere di categoria indennizzando economicamente (500mila euro) la seconda classificata della Legadue: in pratica una sola retrocessione diretta con la promozione della vincitrice della Legadue. Lo scorso giugno gli appassionati di basket si sono gustati uno spettacolo bellissimo in un clima surreale. Venezia, Veroli, Casale Monferrato e Barcellona hanno entusiasmato con le semifinali playoff tiratissime della Legadue. Palazzetti strapieni, passione da college statunitense a fronte di un risultato sportivo appeso al pagamento o meno della wild card da parte Teramo, arrivata penultima nella stagione 2010/11. Alla conclusione della finale Venezia-Casale, con i piemontesi vincitori e promossi direttamente, è iniziata la guerra sul pagamento effettivo, entro le date stabilite, degli abruzzesi che avevano deciso di avvalersi della wild card. Già in data 10 giugno la società veneziana faceva presente con questo comunicato il proprio diritto alla promozione. «Sulla base di un approfondimento dei nostri consulenti legali in ordine all'interpretazione delle delibere relative a Wild Card/Premio di Risultato, si ritiene che il termine per il pagamento del premio da parte della società classificata al quindicesimo posto del campionato di Serie A, sia già scaduto il 3 giugno scorso».

L’avvocato Christian Giuriato, a capo del pool di legali che hanno assistito la Reyer Venezia, spiega così le ragioni del ricorso oggi vincente. «Il motivo è stato il ritardo, rispetto ai tempi previsti, di Teramo nel pagamento della wild card che le permetteva di restare nella massima serie. In un primo momento la data fissata per la dichiarazione della volontà di saldare la cifra era il 31 maggio ed entro dieci giorni la società coinvolta avrebbe dovuto provvedere a farlo. Poi una delibera della Fip ha anticipato la data della dichiarazione al 23 maggio e di conseguenza il termine ultimo per il pagamento scadeva il 3 giugno, mentre Teramo ha saldato la somma il 10 giugno. Da lì è iniziata la nostra battaglia legale. In primo grado la commissione giudicante della Fip ci ha dato ragione, ma dichiarandosi incompetente ha rimandato tutto al consiglio federale. A luglio la Corte federale della Federbasket ha accolto il ricorso di Teramo contro la decisione della commissione e poteva considerarsi iscritta in serie A, perché aveva esercitato nei termini il pagamento suddetto. La pronuncia odierna dell’Alta Corte ha ribaltato tutto e ora attendiamo la ratifica della nostra promozione».

L’altra parte interessata, Teramo, non perde la fiducia e la sicurezza di non scendere di categoria. «Siamo tranquilli sulla permanenza in Serie A - spiega l'amministratore unico Lino Pellecchia - avendo ottemperato e rispettato, nei tempi e nelle modalità, tutte le direttive. La società è in attesa di conoscere le motivazioni della sentenza».

Ora la palla, più che mai bollente, passa nelle mani della Federazione e della Legabasket che dovranno ristrutturare campionati e calendari con diverse ipotesi e scenari possibili. La via più concreta è quella di una Serie A a diciassette squadre, ma violerebbe una convenzione della Lega che prevede un numero di partecipanti pari. Per far tornare i conti servirebbe un altro ripescaggio per un campionato extra large a 18. Oppure la retrocessione di Teramo, che però aveva ricevuto il via libera proprio dalla Fip e dalla Lega. Di sicuro non è nel novero delle cose possibili ignorare la sentenza della Corte. A cascata dovrà rivedersi anche la Legadue, ora scesa a quindici squadre, come evidenzia il presidente Bonamico. «L’accoglimento del ricorso della Reyer Venezia fa saltare la presentazione del campionato prevista per il 27 settembre al Salone d’Onore del Coni al Foro Italico: tutto è rinviato a data da destinarsi».

Un risveglio piuttosto brusco per l'Italia del basket ubriacata in questi giorni dalla sbornia Nba per il ritorno di Danilo Gallinari e gli assalti del generoso patron della Virtus Bologna Sabatini a Kobe Bryant.

lunedì 19 settembre 2011

Basket, la Spagna dei fratelli Gasol sul tetto d'Europa

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di Gabriele Santoro
ROMA – Il sorriso e il talento infinito di Juan Carlos Navarro, lo strapotere sotto canestro dei fratelli Gasol e un tocco d’Italia con il tecnico Sergio Scariolo hanno riportato la Spagna più forte di sempre (una sconfitta ininfluente in undici partite) sul tetto d’Europa come nel trionfo del 2009 in Polonia. La Francia di Tony Parker si è arresa in finale, 98-85, rincorrendo in affanno una sfida in cui gli spagnoli hanno controllato tutto: ritmo, parziali e inerzia mentale della gara. I francesi non hanno avuto l’umiltà di giocare una partita operaia, attenta (15 palle perse) e di sacrificio nonostante fosse l’unica possibilità per fermare le “furie rosse”, mentre li hanno sfidati invano sul piano del talento. L’atletismo straripante, tratto distintivo dei transalpini, si è rivelato un’arma spuntata a fronte della migliore organizzazione tattica e qualità tecnica della Spagna.

La doppietta consecutiva di titoli europei riuscì quattordici anni fa (’95-‘97) solo alla grande Jugoslavia, che non c’è più e si lecca le ferite con le deludenti Serbia, Croazia, Bosnia e Slovenia tutte fuori dall’Olimpiade. Il movimento cestistico iberico ha messo le fondamenta di successi lunghi ormai un decennio con una generazione di fenomeni classe '80 che ha raggiunto l'apice della maturità. Altri fattori chiave sono la competitività della Liga Acb, l’internazionalizzazione della pallacanestro spagnola (4/5 del quintetto titolare spagnolo gioca in Nba e l'altro è Navarro che per sua scelta non è in una franchigia oltre oceano) e l’ormai celeberrima “cantera” del Barça in cui si sono formati 5 dei 12 giocatori presenti in Lituania. L'Italia che ha salutato presto l'Europeo si consola con lo splendido lavoro del neo coach dell'Olimpia Milano, che dopo aver costruito una carriera fantastica in Spagna (Tau, Madrid, Malaga) si è consacrato anche nel ruolo di ct.

Sul terzo gradino del podio è salita la Russia del bravo David Blatt che nella “finalina”, 72-68, per il bronzo ha spento il sogno della Macedonia dei miracoli del naturalizzato play di Siena Bo McCalebb (21.4 punti di media nel torneo), autentico trascinatore della selezione balcanica. La squadra macedone, vera sorpresa del torneo, ha stupito con un basket essenziale capace di coinvolgere tutti. L’americano è stato inserito anche nel quintetto ideale della manifestazione in compagnia di Parker, Navarro, Kirilenko e Pau Gasol.

Spagna e Francia hanno staccato il biglietto per Londra 2012 insieme agli Usa campioni in carica, alla Gran Bretagna in qualità di paese ospitante, Australia, Argentina, Brasile e Tunisia. Russia, Macedonia, Grecia e Lituania dovranno guadagnarsi l’Olimpiade la prossima estate passando per il torneo preolimpico con Portorico, Venezuela, Angola, Nigeria, Nuova Zelanda e le qualificate dal raggruppamento asiatico. Il sogno fino a oggi proibito di contrastare il regno degli americani è l’ultimo passo per inserire la squadra di Scariolo, che rimarrà ct anche nell'avventura olimpica, nell’Olimpo del basket mondiale.

La difesa francese ha concesso troppo all’attacco stupendo degli iberici (29/45 da2) padroni assoluti dell’area colorata con la sostanza di Marc Gasol (11 punti, 6 rimbalzi), la classe di Pau (17 punti, 10 rimbalzi) e i salti di Ibaka (6 stoppate). In regia Josè Calderon ha giocato per i compagni (2 assist, 4 rimbalzi, 4 recuperi) e si è messo in proprio (17 punti, 8/12 al tiro), così come il miglior Rudy Fernandez (14 punti, 7/8 da2, in 36’ d’impiego) di tutto il torneo. E poi “la bomba” Navarro (27 punti, 36 nella semifinale contro la Macedonia). Il trentunenne figlio della Catalogna e anima del Barcellona (13 stagioni in maglia blaugrana)ha incantato con le solite parabole morbide e l’orgoglio che ne fa la miglior guardia tiratrice del continente (18.7 punti di media all’Europeo, 34/76 da3).

Il ct Collet ha spremuto le stelle Parker (39’, 9/20 al tiro, 5 palle perse, 26 punti), Batum (32’, 4/11 al tiro) e Noah (30’, 11 punti, 8 rimbalzi). Il ritmo è stato alto fin dal primo quarto con le prime fiammate di Navarro e la solidità di Marc Gasol, 22-14 all’8’, e percentuali di realizzazione atipiche per una finale. La Francia si è mantenuta a contatto con il tiro dalla lunga distanza di Parker (14 punti), ma è una coperta corta per le scorribande della guardia catalana (già 13 punti), 38-26 al 14’. Dopo qualche storia tesa Nicolas Batum (10 punti) ha deliziato il pubblico di Kaunas con una rimonta prepotente, 46-41 al 19’. Nel terzo periodo si è proseguito a elastico, dal 60-54 del 25’ al 69-56 del 27’, con Navarro che fa impazzire la difesa francese con i tempi di reazione dall’uscita dai blocchi all’esecuzione del tiro sublimi. La Spagna si passa la palla (19 assist) ed esegue alla perfezione tutti i giochi. Per il colpo del ko bisogna attendere l’inizio dell’ultima frazione, quando a 7’ dalla sirena Pau Gasol infila la tripla del +16, 84-68. L’energia e la spinta emotiva dei francesi si sono esaurite e comincia la festa spagnola.

martedì 6 settembre 2011

Baseball, il fuoricampo di Alex Liddi: ecco lo sbarco nella Major League

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=162119&sez=HOME_SPORT&ssez=ALTRISPORT

di Gabriele Santoro

ROMA – Due fuoricampo e poi di corsa verso il sogno di ogni giocatore di baseball con il cuore che pulsa forte come quando si deve raggiungere la base successiva. Alex Liddi a sedici anni ha salutato la sua Sanremo destinazione America per il viaggio o la scommessa folle che ti cambia l'esistenza. Oggi il ventitreenne ligure ha coronato una favola e scritto una pagina bellissima per lo sport italiano.

Nella notte è arrivata la “call-up”, la chiamata, attesa e costruita giorno per giorno dal battitore: Jack Zduriencik, general manager dei Seattle Mariners, gli ha comunicato ufficialmente il grande salto nella Major League Baseball. È la prima volta assoluta che un atleta azzurro approda nella Lega professionistica statunitense, la più prestigiosa al mondo. In precedenza era riuscito solo a figli di immigrati italiani nati oltre oceano. A differenza dell’Nba per gli europei l’MLB è ancora un miraggio: vi giocano solo cinque olandesi. Neanche il tempo di prendere coscienza dell’impresa e stanotte potrebbe già scendere sul diamante ad Anaheim nella sfida contro i Los Angeles Angels. E per le coincidenze che costellano la vita a metà del secolo scorso i nonni di Alex approdarono proprio nella città californiana in cerca di lavoro. «Sarebbe speciale e renderebbe la mia famiglia e il mio paese orgogliosi di me. È l'obiettivo per cui ho lavorato in tutti questi anni. E credo che avrebbe un riflesso importante per tutto il movimento del baseball in Italia», spiegava Liddi prima dell’ufficialità. Il talento e la passione di Liddi per il diamante sono incisi nel suo dna.

Il papà Agostino, che cominciò con il baseball negli States, è stato uno dei suoi allenatori al Sanremo Baseball Club. La mamma Flavia, atleta di valore, si occupava della sezione del softball. Il fratello Thomas è un giocatore della squadra che ora milita nel campionato di C2. La signora Flavia, che nelle trasferte americane lo riforniva degli amati spaghetti, ha stracciato con gioia il biglietto di ritorno per l’Italia e si appresta a seguire con il marito il debutto del figlio.

L’avventura di Alex sul diamante è iniziata a otto anni sul bell'impianto, inaugurato nel 1949 e dove si sono formati diversi atleti di prim’ordine, che da Corso Guglielmo Marconi si affaccia sul mare della città dei fiori. «Alex è il ragazzo delle prime volte - racconta Renato Condò, presidente del Sanremo Baseball Club - ha sempre bruciato le tappe: nel 2004 l’abbiamo fatto debuttare giovanissimo in serie A2. Fin da bambino si intravedevano le sue qualità tecniche. È un battitore con grande potenza nelle braccia e un tiro pazzesco. In questi anni ha costruito un fisico straordinario. Il carattere è vivace, estroverso e soprattutto umile. A sedici anni se n’è andato da solo negli Stati Uniti senza paracaduti. Ha abbandonato gli studi e la casa con un contratto in mano. È stato bravo a non perdersi grazie alla costanza nel lavoro, a una bella testa e quel tocco di fortuna che non guasta mai. Per noi è una soddisfazione indescrivibile e tanti giovani dovrebbero percorrere la sua strada».

«È un momento storico - spiega Riccardo Fraccari, presidente FIBS - Lo abbiamo visto crescere e proviamo una gioia che non è facile esprimere a parole».
Liddi è entrato nel giro della nazionale nel 2003. Nel 2004 a sedici anni ha partecipato al mondiale juniores. Con i senior ha partecipato alla Coppa Intercontinentale, Europeo, Mondiale e World Baseball Classic. La franchigia di Seattle ha investito molto soldi in un progetto di internazionalizzazione della squadra con le star Ichiro Suzuki, giapponese, e Felix Hernandez, venezuelano. Lo scout Mauro Mazzotti, per dodici anni ai Mariners, è stato il ponte per lo sbarco americano di Liddi, dopo il passaggio a Grosseto, e la prima firma nel 2005 di un contratto a diciassette anni. In sei anni il sanremese ha scalato una montagna insidiosa fatta di campionati minori, pochi soldi, trasferte scomode e infinite da una costa all’altra. Nel curriculum del battitore c'è anche una parentesi nel competitivo campionato del Venezuela con i Cardenales de Lara di Barquisimeto. A marzo ha provato l’ebbrezza di indossare la maglia di Seattle per alcune amichevoli precampionato in cui si è tolto la soddisfazione di battere il lanciatore Kevin Millwood (13 stagioni in MLB, 1560 strike out). La terza base si è messo in evidenza a forza di record con i Tacoma Rainiers, società affiliata ai Mariners che milita nella Minor League più importante (Classe Triplo A, Pacific Coast League): oltre cento punti battuti a casa, centoventuno punti segnati e trenta fuoricampo. Dalle 4 di domattina sul canale ESPN America (SKY canale 214) è possibile seguire l'esordio tramite la diretta televisiva di Los Angeles-Seattle: il sogno è diventato realtà.

domenica 4 settembre 2011

Eurobasket, Italia battuta dalla Francia saluta la Lituania

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=161899&sez=HOME_SPORT

di Gabriele Santoro

ROMA - L’Italbasket si congeda dagli Europei con una partita generosa e di qualità. Il trio Bargnani (22)-Gallinari (18)-Belinelli (19) in attacco (59 punti in tre) e una buona difesa tengono gli azzurri avanti per trentotto minuti prima che le giocate risolutive di Boris Diaw regalassero la vittoria, 91-84, e la qualificazione all’ambiziosa Francia. La nazionale di Pianigiani sfrutta la giornata storta di Tony Parker (3/11 al tiro, 4 falli commessi), ritrova buone percentuali al tiro (66% da2, 30% da3) con una migliore circolazione della palla, gestisce bene alcuni giri a vuoto e perde la lucidità solo nella volata finale (31 punti subiti nell’ultimo periodo). I transalpini dotati di una quantità di talento, fisicità e atletismo impressionante, da medaglia d’oro, hanno dimostrato di saper vincere anche senza i trenta punti a serata della stella Parker. Nicolas Batum (20 punti) ha imperversato con Diaw (21 punti) e Gelabale (8 punti, 100% dal campo) ha infilato le triple della svolta.

Nella serata in cui il passaggio del turno era già compromesso si è vista l’Italia migliore che ha valorizzato la propria atipicità: tanta sofferenza nell’area colorata per la scarsa fisicità (sotto 38-17 a rimbalzo, 25/40 da2 per i francesi nell’area dei tre secondi) compensata dal talento dei suoi Nba, dalla corsa e dal sacrificio dei compagni in difesa. Ora non resta che vincere domani contro Israele con il rimpianto fortissimo per la sconfitta contro la Germania: con Bargnani coinvolto e innescato come nelle ultime due partite e percentuali di realizzazione meno scadenti (32% al tiro contro i tedeschi) il passaggio del turno era cosa fatta.

Mago speciale.
Il record dei trentasei punti (22 di media con 6.5 rimbalzi) segnati contro la Lettonia è l’immagine più bella del nostro Europeo. Il fenomeno dei Raptors è il simbolo dell’Italia cestistica che sta faticosamente cercando di risalire la china. Il campo dice che la strada è ancora lunga, ma c’è un punto fermo e ha la maglia numero sette.

L’eliminazione brucia
come però era troppo alto l’obiettivo, fissato dalla Federazione, del pass per il torneo preolimpico destinazione Londra 2012. Il trio di Nba non ha girato alla perfezione e questa era la condizione essenziale per alimentare qualsiasi tipo di sogno. Nelle prime tre partite Belinelli ha viaggiato al 27% al tiro. Gallinari, penalizzato da una distorsione alla caviglia, non ha espresso al massimo le sue potenzialità. Per il resto la squadra non ha lesinato impegno e dedizione con le note lacune in fase di regia, dove però Hackett ha dato energia, e una panchina troppo corta. Ma si riparte da qui. Paradossalmente la notizia migliore dell’estate azzurra è arrivata a luglio, quando la selezione Under 20 dopo diciassette anni è tornata nella finale europea di categoria. Alle spalle di questo gruppo, che nel 2012 dovrà sudarsi la qualificazione ai prossimi Europei, ci sono dei giovani interessanti da integrare. Su tutti Alessandro Gentile: il figlio d’arte il cui talento sta sbocciando in un ambiente ideale. A Treviso ha tanti minuti e responsabilità a differenza di troppi italiani che fanno da tappezzeria nelle rispettive formazioni. Nella Milano milionaria il buon prospetto Melli sarà il sesto lungo, a Siena gli italiani sono solo un buon completamento. Una nazionale vincente non si costruisce in America, ma nei nostri campionati.

La partita.
Pianigiani conferma il quintetto base della prima vittoria con la Lettonia: Hackett in regia, Belinelli e Carraretto sul perimetro, Gallinari in ala grande e Bargnani sotto canestro. Collet risponde con Parker, De Colo, Batum, Diaw. L’avvio non è incoraggiante: gli azzurri si dimenticano due volte Batum che vola a schiacciare su invenzione di Parker, 8-3 al 2’, e accettano un ritmo alto. Bargnani e Carraretto (5 punti) suonano la sveglia: il romano infila tredici dei primi ventitre punti dell’Italia con il solito repertorio di tiri fronte a canestro, triple e due splendide schiacciate; il pretoriano del ct ci sblocca prende coraggio dalla lunga distanza, 16-18 all’8’.

La Francia cerca e trova Noah (4 punti), mentre Gallinari concretizza una buona circolazione di palla dall’arco, 20-23 al 10’. Nel secondo periodo riemergono i fantasmi delle tre sfide precedenti: la nazionale non fa canestro per 3’ con le forzature del Gallo (1/5) e i francesi sorpassano, 29-26 al 14’. Il Mago (17 punti) è uno spettacolo, mentre arriva la prima e unica fiammata del Belinelli (15 punti) vecchia maniera, versione Fortitudo Bologna: tre triple consecutive a bersaglio in 1’42 per il massimo vantaggio, 41-48 al 20’. Al rientro dall’intervallo lungo Diaw (13 punti), Batum (14 punti) e Noah ricominciano a macinare punti in area e la dote acquisita evapora, 52-54. Gallinari dà fosforo e ossigeno in attacco e rimette la giusta distanza, 60-67 al 30’. In apertura dell’ultimo quarto la difesa italiana ha le mani basse e Gelabale è una sentenza dalla lunga distanza, 77-74 al 35’. Un gioco da tre punti dell’ala milanese vale l’ultimo vantaggio, 79-81 al 38’. A 55” dalla sirena Bargnani sull’83-82 manda sul ferro una tripla fondamentale, Diaw non sbaglia, 85-82, e Belinelli getta al vento il possesso della speranza.

venerdì 2 settembre 2011

Eurobasket, un Bargnani da record affonda la Lettonia

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di Gabriele Santoro

ROMA – Andrea Bargnani abbatte, 71-62, la Lettonia e salva l’Italbasket da una precoce eliminazione agli Europei. Nella sfida senza risultati alternativi alla vittoria il romano si è caricato sulle spalle tutto il peso dell’abulico attacco azzurro e ha scacciato i fantasmi di una squadra apparsa priva di fiducia e idee con una prestazione da “Mago”: trentasei punti, 11/25 al tiro, 7 rimbalzi, tre stoppate, undici falli subiti, 12/15 ai liberi dalla lunetta. Sulla sirena della prima frazione il tabellino del lungo dei Raptors diceva 14, quello italiano 18.

La prima vittoria tiene aperto uno spiraglio per la qualificazione alla seconda fase, ma sul piano del gioco e dell’intensità si è assistito a un passo indietro rispetto alla sconfitta con la Germania. Il talento prepotente di Bargnani è stato l’ancora di salvataggio, ma domenica contro la Francia di un Tony Parker in stato di grazia servirà qualcosa di più per non salutare la Lituania. Sabato si osserverà una giornata di riposo utile a ritrovare le energie per poi provare l’impresa che riaccenderebbe le speranze italiane.

La svolta per gli azzurri è arrivata dopo trentuno minuti di paura e sofferenza: una parabola intelligente dalla lunga distanza di capitan Mordente si deposita nella retina e tutta la panchina scatta in piedi con un urlo di liberazione. Si festeggia il primo vantaggio sostanzioso della gara, 58-53. Nell’azione successiva Bargnani trova lo spazio per imitare il compagno e scavare il solco decisivo, 61-53 al 32’. Come l’estate scorsa i lettoni si confermano uno dei bersagli preferiti del Mago che ha avvisato tutti fin dall'avvio con due schiacciate perentorie. La Lettonia, a cui non è bastata la precisione dall'arco di Kuksiks, ha smesso di crederci tradita dal leader Blums (32 punti contro la Francia, ieri 1/10) e tanta gioventù. All’intervallo lungo l’Italia rincorreva 31-33 con un desolante 9/30 al tiro (17/45 da2, 4/19 da3 alla fine) e un 26-18 a rimbalzo frutto della disattenzione. Mentre Bargnani imperversava hanno latitato Gallinari e Belinelli.

Nel secondo tempo la partita si è mantenuta sempre in equilibrio con un timido accenno di allungo degli azzurri, 37-33 al 22’, subito spento da un break di 9-3 dei baltici firmato Kuksiks. Al rientro dagli spogliatoi però è cresciuta l’attenzione degli azzurri a rimbalzo (42-47 alla fine) e si è sfruttata la maggiore taglia fisica attaccando il ferro e conquistando molti tiri liberi (25/28), ossigeno allo stato puro viste le difficoltà a costruire canestri. Nell’ultimo periodo i lettoni hanno smesso di crederci con tanti errori al tiro (1/6 ai liberi) e qualche nervosismo di troppo, 66-56 al 36’. Bargnani si è tolto lo sfizio di due stoppate per chiudere in bellezza una prestazione da dominatore.

giovedì 1 settembre 2011

Eurobasket, l'Italia crolla nel finale e la Germania di Nowitzki festeggia

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=161600&sez=HOME_SPORT

di Gabriele Santoro

ROMA – L’Italbasket è già a un passo dall’eliminazione dagli Europei. Nella notte più importante sul cammino verso Londra 2012 la Germania di Nowitzki ha spento, 62-76, le velleità della nazionale di Pianigiani. Ora solo un miracolo sportivo può qualificare gli azzurri alla seconda fase: devono vincere le tre sfide restanti e sperare nei passi falsi dei tedeschi o della Francia di un Tony Parker tirato a lucido.

L’obiettivo minimo dichiarato alla vigilia dalla Federbasket della qualificazione al torneo preolimpico è ormai un miraggio, ma oggi c’è da pensare alla Lettonia (16.45 Raisport1) e l’unico risultato disponibile è la vittoria.

Il punteggio finale non deve trarre in inganno: la partita è stata di un equilibrio e una tensione formidabili con lo scarto tra le due squadre che non ha mai superato i sei punti. L’Italia ha lottato, ma doveva e poteva fare molto di più. Nei momenti chiave è mancata l'esperienza e la mentalità di un gruppo che a differenza della Germania non ha mai affrontato gare di questa intensità. Se in difesa gli azzurri hanno messo la giusta aggressività e una staffetta Gallinari-Mancinelli su Nowitzki che ha funzionato, in attacco (22/68 al tiro) non ha funzionato nulla: troppe forzature uno contro cinque e l’incapacità di leggere le situazioni. L’atipicità sbandierata alla vigilia non s’è vista e la maggiore stazza dei tedeschi ha fatto il resto (44 a 34 a rimbalzo).

Ancora una volta il migliore è stato Gallinari (17 punti) assistito dall’energia di Mancinelli (11 punti, 3 recuperi). Bargnani (8 punti, 3/14 dal campo) non è mai riuscito a trovare la sua posizione nell’area colorata. Belinelli ci ha messo impegno, ma all'Italia serviva ordine e una diversa selezione dei tiri. Tutti temevano Nowitzki (21 punti, 12 rimbalzi), ma la Germania ha risolto la sfida con il talento sbarazzino del giovane Benzig (14 punti, 6/9), la sostanza di Kaman (17 punti, 17 rimbalzi) e il mestiere di Herber, sua la tripla decisiva.

La partita. Pianigiani conferma il quintetto base del debutto con l’eccezione di Carraretto al posto di Mancinelli. Per il resto Hackett in regia, Belinelli, Gallinari e Cusin sotto canestro. La Germania si affida subito a Nowitzki e la presenza del centro Kaman. I primi diciotto minuti di una gara che ha il sapore dello spareggio scorrono all’insegna dell’equilibrio (4 punti di scarto) e della tensione. Gallinari e Mancinelli (7 punti, 2 recuperi) organizzano la staffetta difensiva sulla stella dei Mavericks, ma il tedesco (14 punti, 8 rimbalzi in 16’) si può solo tentare di anticiparlo. L’Italia è aggressiva in difesa (9 palle perse in 20’ per la Germania) e stenta in attacco (11/30 al tiro) con i soliti difetti di circolazione della palla. Bargnani prova ad accendersi con una tripla e due stoppate, ma non trova mai la giusta posizione nell’area colorata (0/6 da2). Una tripla di Benzig e 4 punti consecutivi di Nowitzki lanciano i tedeschi al massimo vantaggio, 30-36 al 20’.

Al rientro dall’intervallo lungo “Wunder” Dirk si carica del terzo fallo e Belinelli firma il sorpasso dalla lunga distanza, 40-38 al 34’. L’Italia smette di ragionare e si accontenta di soluzioni forzatissime dal perimetro che non producono alcun risultato se non un eloquente 0/6. In difesa però gli azzurri continuano a essere aggressivi sui portatori di palla tedeschi e restano avanti con una fiammata del “Mago”, 51-48 al 32’. La tensione per la posta in palio ha creato tanta confusione e la nazionale ha perso la bussola. Prima della tripla della speranza del “Gallo”, 58-60 al 37’, i compagni ne hanno scagliate undici consecutive sul ferro. Il lungo Nba Kaman con un movimento, bellissimo, piede perno ha beffato il “Mago” sotto canestro, 60-64 al 38’. Trenta secondi più tardi l’onesto mestierante Herber con una tripla velenosa, 60-67, ha sancito la resa italiana.

Nel girone dell’Italia prosegue senza ostacoli la marcia della Francia e della Serbia, che hanno già ipotecato il passaggio del turno e si contenderanno la prima piazza. I transalpini, dopo il debutto in chiaroscuro con la Lettonia, hanno dominato 85-68 senza affanni Israele. Tony Parker (21 punti) è in uno stato di forma strepitoso e gli israeliani non hanno retto l’urto (40 a 20 a rimbalzo) dell’atletismo formidabile dei francesi. In grande spolvero anche Batum (15 punti, 6 recuperi). La Serbia ha domato, 92-77, un’encomiabile Lettonia zeppa di giovani e orgoglio. I baltici si sono rialzati dopo una partenza shock, 19-2 al 7’, tenendo viva una sfida impossibile sulla carta. Tra i serbi in evidenza Krstic (23 punti) e Savanovic (19 punti).

Nessuna sorpresa nel girone A dove le tre big Spagna (ottimo Pau Gasol), Lituania e Turchia hanno agevolmente quasi staccato il biglietto per la seconda fase. Regna invece l’equilibrio nel gruppo C con la Grecia a punteggio pieno e dietro una gran bagarre con la Bosnia dei “romani” Gordic e Dedovic, decisivi, che si è aggiudicata il derby con il Montenegro di Dasic (20 punti, 16 rimbalzi nel debutto di mercoledì). Nel gruppo D Russia e Slovenia sono davanti a tutti.