Il Messaggero, sezione Cultura&Spettacoli, pag. 23
23 Maggio 2015
di Gabriele Santoro
di Gabriele Santoro
Il processo di digitalizzazione del
patrimonio audiovisivo Rai sta accelerando il passo e verrà
completato entro quattro anni. L'operazione ha una duplice finalità,
tanto puramente culturale quanto economica. Mettere in circolazione
testimonianze storiche, giornalistiche e dell'intrattenimento
novecentesco significa attivare sinergie con poli museali, stimolare
il mondo della scuola e fornire fonti di analisi preziose agli
istituti di ricerca. Nel 1998 Liliana Cavani, allora consigliere Rai,
aveva ben intuito la necessità e l'utilità del progetto, che ha
preso il via all'ultima curva del secolo scorso: «Il mio primo
servizio per la Rai fu un lavoro sul Terzo Reich articolato in
quattro puntate. Per raccogliere le immagini e i documenti impiegai
mesi in ricerche negli archivi polverosi, girando l'Europa. Ora tutto
si potrà fare in pochi giorni», dichiarò.
I numeri sono imponenti. Si tratta del
secondo archivio dopo la BBC, che ha affrontato non poche difficoltà
nella stagione della transizione al digitale. Nel Catalogo
Multimediale Rai sono conservate per intero le immagini trasmesse
dalle tre reti generaliste dal gennaio 1999, una selezione di
programmi che hanno segnato il costume nazionale, i telegiornali
regionali, il trasmesso delle reti radiofoniche dal 1994 e una
selezione di programmi storici della radio. Le ore di materiale
televisivo superano il milione, e quelle radiofoniche raggiungono il
milione e mezzo. Rilevante anche il tesoro di 45mila fotografie di
programmi Rai e 95mila copioni cartacei. Ora la squadra di
specialisti, ricercatori, ingegneri e tecnici di Rai Teche, insieme
con altre strutture aziendali (Centro di produzione Rai di Torino, la
Produzione tv che ha la proprietà fisica delle cassette), si
appresta ad avviare il processo di digitalizzazione “massivo” del
restante archivio storico dal 1954: circa un milione di cassette e
800mila pellicole. L'intero patrimonio audiovisivo verrà messo in
sicurezza e sarà disponibile in alta qualità.
«Il passaggio di rinnovamento è ormai
ineludibile per qualsivoglia azienda. Le difficoltà consistono nella
gestione della grande quantità di materiale. E sono consistite
nell'inventarsi un archivio con una metadatazione quanto più fedele
possibile, quanto più adatta possibile per una ricerca facile. In
questo settore la cultura della conservazione si è diffusa solo di
recente. Siamo molto vicini alla BBC per quantità e qualità del
prodotto e dell'archiviazione. Spesso siamo consultati anche da altri
archivi per il nostro know-how. Mi sono insediata un anno fa,
trovando una squadra straordinaria, composta da centoventi persone
altamente specializzate, che si occupa da molto tempo di teche,
dell'archiviazione, della conservazione, della documentazione,
rilascio filmati e controllo diritti per tutta l'azienda. A Torino
c'è l'anima dello sviluppo tecnologico. Sono gli inventori del
catalogo multimediale, che è un'ottima piattaforma tecnologica»,
spiega Maria Pia Ammirati, direttore di Rai Teche. Le strutture sono
attrezzate con le macchine per il restauro di reperti sovente
deteriorati e si trasformano in un centro di raccolta per fondi e
donazioni. Non tutti possono permettersi di sostenere i costi della
digitalizzazione. Dalla ricerca spunta anche l'inatteso. Sono appena
stati individuati e digitalizzati dei filmati pretelevisivi,
risalenti al 1907, che narrano corse di biciclette e discese
sciistiche della scuola di alpini di Aosta.
A settembre la Camera dei deputati
ospiterà la prima mostra interattiva con un ampio inventario di
Tribuna politica di Jader Jacobelli dal 1964, quando assunse la
cadenza fissa nel palinsesto del giovedì sera. «Stiamo lavorando su
filmati riguardanti la strage di Ustica e su quella di Bologna»,
aggiunge Ammirati. Il portale Teche.rai.it, potenziato e dotato
di un buon motore ricerca, dialoga con i visitatori mediante uno
storytelling quotidiano. Per esempio per l'apertura del Festival di
Cannes è stata proposta un'intervista dell'inviato Carlo Mazzarella
a Georges Simenon, presidente della giuria nel 1960. Giovedì scorso,
per celebrare la nascita di Alberto Sordi, è stato caricato il
duetto del 1966 con Mina a Studio Uno. Sul podio dei contenuti più
cliccati salgono la declamazione comica di Totò di versi
shakesperiani, l'intervista impossibile di Edoardo Sanguineti a
Sigmund Freud e il documentario radiofonico sul Friuli di Pier Paolo
Pasolini, andato in onda l'otto aprile del 1953. “Teca aperta”,
un’iniziativa della Direzione Teche e del Coordinamento Sedi
Regionali della RAI, offre poi a chiunque ne abbia bisogno
l’opportunità di interrogare il Catalogo Multimediale in quattro
punti dislocati in tutta Italia, a cominciare dalla Discoteca di
Stato a Roma. «Nei periodi di crisi sia di idee sia
di soldi affidarsi al passato migliore è una scelta saggia, è
un'occasione per rielaborare. Lo dimostra il successo di audience
della trasmissione TecheTechetè», conclude Ammirati.
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