Il Messaggero, sezione Macro pag. 1-21,
10 novembre 2013
di Gabriele Santoro
di Gabriele Santoro
L’ALLARME
La “Ferrari dello spazio” sta per tornare sulla Terra: un
impatto dalla localizzazione senza coordinate certe, malgrado il monitoraggio
dell’Agenzia spaziale europea. Il Goce è un satellite prezioso per l’attività
di osservazione e misurazione, destinato a concludere il proprio viaggio sulla
superficie terrestre, a differenza di altri che si disintegrano nell’impatto
con l’atmosfera. Mandato in orbita nel 2009, ha portato a termine con successo
la missione per la quale è stato progettato e costruito con una struttura molto
pesante (907 chilogrammi, 5.2 metri di lunghezza, dotato di una straordinaria
aerodinamicità). Il 21 ottobre, una volta esaurita la propulsione, ha iniziato
la discesa, che dovrebbe concludersi tra stanotte e domani.
LE FASCE ORARIE
La Protezione civile, in coordinamento con altri enti, sta
monitorando la situazione e ha avvisato sul rischio di deflagrazione dei
detriti in Italia: «Non è ancora possibile - avvertono - escludere - la remota
possibilità che uno o più frammenti del satellite possano cadere sul nostro
territorio. Stamattina, potenzialmente, tra le 8.26 e le 9.06 potrebbero essere
coinvolte le regioni del centro-nord e la Sardegna. Dalle 19.44 alle 20.24 la
Valle d'Aosta, Piemonte, Liguria e Sardegna. L’ultima fascia considerabile è
domani dalle 7.48 alle 8.28. Il materiale potrebbe provocare danneggiamenti a
edifici, senza però avere una forza tale da causarne il crollo». Insomma, il
consiglio è di stare al coperto.
Si tratta comunque di un evento più che raro: dal 1987 è il primo rientro non completamente ponderabile di un satellite. Come sono infinitesimali le probabilità di esserne colpiti, considerando che oltre il 70% della superficie terrestre è acquatico. «Parliamo di un rischio molto piccolo - assicura Rune Floberghagen, responsabile della missione - L'evolversi della vicenda viene seguito istante per istante dall’Inter-Agency Space Debris Coordination Committee».
INCANDESCENTE
Secondo l’ultima rilevazione disponibile sarebbe a circa
centocinquanta chilometri dal contatto con l’atmosfera. L’80% circa del corpo
del satellite si polverizzerà all’impatto, mentre i frammenti residuali (oltre
duecento chilogrammi) sono destinati a disperdersi. L’attrito tra aria e
satellite aumenta la velocità alla quale viaggia e lo rende incandescente. «Il
suo rientro risulta più complicato - spiega Enrico Flamini, coordinatore
scientifico dell’Agenzia spaziale italiana - perché si distrugge relativamente
poco nell’atmosfera. È una massa abbastanza pesante e compatta. Mediamente i
satelliti in genere si polverizzano per l’attrito con l’atmosfera».
L’obiettivo di Goce, che porta la firma italiana della
Thales Alenia Space di Torino, è fornire una misura più dettagliata del campo
gravitazionale terrestre e di conseguenza della forma del geoide. Goce è
l’acronimo di Gravity Ocean Circulation Explorer. È stato posizionato
volontariamente in un’orbita relativamente bassa, che risente ancora molto
dell’influenza della Terra, dovendo occuparsi delle misure di gravità.
«È un satellite unico nel suo genere - conclude il fisico dell’Asi - La terra è una sfera schiacciata, non precisa, a pera, con un bel po’ di bozzi qua e là. Questa differenza di campo gravitazionale ha un effetto piuttosto evidente sulla determinazione, con pressione, della posizione dei satelliti che per esempio inviano il segnale Gps. Il risultato dell’osservazione ci restituisce una misura di enorme precisione; quella che ci aspettavamo. Ora sappiamo molto bene come è fatta la terra. Dove sono le concentrazioni principali di densità di materia e le anomalie gravitazionali. Conosciamo meglio l’effetto che la terra produce sullo spazio che la circonda».
«È un satellite unico nel suo genere - conclude il fisico dell’Asi - La terra è una sfera schiacciata, non precisa, a pera, con un bel po’ di bozzi qua e là. Questa differenza di campo gravitazionale ha un effetto piuttosto evidente sulla determinazione, con pressione, della posizione dei satelliti che per esempio inviano il segnale Gps. Il risultato dell’osservazione ci restituisce una misura di enorme precisione; quella che ci aspettavamo. Ora sappiamo molto bene come è fatta la terra. Dove sono le concentrazioni principali di densità di materia e le anomalie gravitazionali. Conosciamo meglio l’effetto che la terra produce sullo spazio che la circonda».
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