MILANO (3 ottobre) – «Gallo-Mike: bentornati a casa». Lo striscione esposto sulle tribune di un Forum d’Assago stracolmo di persone, oltre dodicimila, e di passione per il basket sintetizza il clima di festa della sfida inedita e ricca di suggestioni Armani Jeans Milano-New York Knicks.
Il ritorno di chi ha fatto la storia dell’Olimpia e della pallacanestro italiana come Mike D’Antoni e di Danilo Gallinari, il talento che ha fatto innamorare una nuova generazione di appassionati. Nella prima tappa della quinta edizione dell’Nba Europe Live la franchigia della Grande Mela, rinnovata negli uomini e nelle ambizioni, mantiene illibata la casella delle sconfitte (0-17) negli scontri diretti tra team statunitensi e italiani battendo l’Armani 113-125.
Lavori in corso è il cartello comune a entrambe le formazioni, soprattutto in casa Knicks con alle spalle appena una settimana di preparazione transoceanica. Quarantotto minuti conditi da molti errori (48 palle perse complessivamente), ma anche da giocate spettacolari. Amar’e Stoudemire (32 punti in 28’), mister 100 milioni di dollari e pedina fondamentale del mercato, incanta e prende subito in mano la scena insieme a un emozionato Gallinari (24 punti, 5/11 da3) trascina al successo un gruppo ancora tutto da forgiare tanto in difesa quanto in attacco.
La partita. Milano non ha la fisicità per reggere a lungo il confronto, ma nel primo tempo resta sempre a contatto grazie alle percentuali al tiro e alle amnesie dei Knicks, 23-26 al 12’. Nel secondo periodo il pubblico milanese scopre la mano educata dell’ucraino Pecherov (23 punti) e le fughe in contropiede di Jaaber (16 punti e 7 recuperi) per il primo vantaggio, 39-34 al 16’, con 14/19 da2 e 11 perse Knicks. D’Antoni ributta nella mischia la coppia Gallinari-Stoudemire e ristabiliscono le distanze, 52-58 al 24’. Al rientro dall’intervallo la stella innescata dal pick ‘n roll di Felton abusa del proprio strapotere tecnico-fisico e il vantaggio sale in doppia cifra, 79-91 al 36’, mentre crollano le percentuali e l’intensità milanese. Nell’ultimo quarto i Knicks mollano la presa e fanno infuriare D’Antoni, da 80-94 a 101-109. A calmarlo e a chiudere in bellezza il ritorno a casa ci pensa Gallinari con le triple e l’autorità che tutti si aspettano da lui.
Amarcord Olimpia. Nella tre giorni milanese dei New York Knicks Mike D’Antoni ha riannodato i fili dei ricordi e delle mille sensazioni speciali di una vita sportiva lunga diciassette anni nel club più titolato d’Italia (25 scudetti). Dal 1977 al 1990 il playmaker D’Antoni con la casacca Olimpia ha conquistato cinque scudetti, due Coppe Campioni, una Korac e una Intercontinentale. Dal ’90 al ’94 invece sulla panchina meneghina ha collezionato una Korac e maturato l’esperienza, insieme al ciclo vincente trevigiano, per poi approdare da coach nell’Nba.
L’abbraccio e i sorrisi di tanti compagni, da Roberto Premier al presidente federale Dino Meneghin, e allenatori come Dan Peterson e Franco Casalini. Oltre ai bei ricordi nel bagaglio di Mike c’è spazio anche per la nostalgia «di un’atmosfera unica che ho vissuto qui e speravo di ritrovare e trasportare nei posti in cui sono stato, ma è stato impossibile».
L’intreccio tra il passato recente e remoto dell’Olimpia e il coach Knicks continua nel segno della famiglia Gallinari. Da giocatore con il compagno di squadra Vittorio, da allenatore con il talentuoso figlio Danilo che D’Antoni ha voluto fortemente e difeso nella Grande Mela. Prima della palla a due sul volto e nelle poche parole di saluto pronunciate dal numero 8 Knicks tutta l’emozione di un talento sbocciato sui playground a qualche decina di chilometri dal Forum. Il Gallo ha incantato per due anni in maglia Armani, dal 2006 al 2008, oggi è diventato un “brand” dell’Nba (appena presentata la sua biografia, scarpe personalizzate, etc) a cui il New York Times dedica una pagina intera ed è una delle fondamenta sulle quali ricostruire una franchigia che non vince l’anello dal 1973. Nel soggiorno lombardo ha speso per lui parole importanti Donnie Walsh, presidente dei Knicks, in prima fila a gustarsi il match: «È un giocatore che contribuisce in diverse situazioni del gioco, oltre a essere il tiratore che ci serve. Vogliamo tornare ai play-off e se lui continua a crescere può puntare anche all’All Star Game». Gallinari è consapevole di tutto questo e ha avuto un’estate di lavoro fisico per farsi trovare pronto nell’anno della consacrazione.
Nba Europe. Il viaggio dell’Nba in Europa, per il quinto anno consecutivo, non si ferma a Milano. Il 4 ottobre a Londra si affronteranno Lakers-Minnesota, il 6 a Parigi Knicks-Minnesota e il 7 in Spagna la gran chiusura del tour con Barcellona-Lakers con l’accoglienza presumibilmente trionfale dell’enfant du pays Pau Gasol. Da venerdì scorso Piazza Duomo è stata l’epicentro dell’evento con la Fan Zone di oltre 3mila metri quadrati con canestri e incontri speciali con le stelle Nba, nonché gli spettacoli delle New York City Dancers (cheerleaders Knicks). Questo tour fa parte della strategia di diffusione globale del marchio Nba del commissioner David Stern.Un’organizzazione ai limiti della perfezione che sposa show-business, lo spettacolo e i valori di questo sport e l’attenzione anche alle tematiche sociali con i programmi dell’Nba Cares (a Quart’Oggiaro, quartiere della periferia milanese, è stato donato da Nba, Adidas e Fondazione Laureus un nuovo play-ground).
Il frutto che era proibito raccogliere si trovava sull'Albero della Conoscenza. Il significato è che tutte le sofferenze sono dovute al tuo desiderio di capire com'è che vanno le cose. Saresti potuto rimanere nel Giardino dell'Eden se solo avessi tenuto chiusa la tua fottuta bocca e non avessi fatto alcuna domanda. Frank Zappa - Playboy, 2 maggio 1993
domenica 10 ottobre 2010
Nba Europe: Knicks di D'Antoni e Gallinari a New York
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=121406&sez=HOME_SPORT
di Gabriele Santoro
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