martedì 7 dicembre 2010

L'Nba compra i New Orleans Hornets

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=129816

di Gabriele Santoro

ROMA (7 dicembre) - L’Nba nel segno del proprio lucido visionario commissioner David Stern sta per portare a termine un’operazione potenzialmente rivoluzionaria, tanto per capirci come se la Lega calcio, cioè tutte le squadre di serie A, acquistasse la Roma che è in vendita. Manca solo il via libera definitivo, atteso per la prossima settimana con il voto dell’NBA's Board of Governors (assemblea dei proprietari), all’acquisto da parte della stessa Lega statunitense di una propria squadra, i New Orleans Hornets di Marco Belinelli. In seguito alla rinuncia di Gary Chouest, azionista di minoranza della franchigia, di rilevare le quote del proprietario George Shinn, intenzionato a vendere, e in mancanza di acquirenti interessati le altre franchigie si sono rese disponibili all’acquisto. La cifra dell’affare si aggira intorno ai 300 milioni di dollari equamente divisi e consentirà di mantenere la squadra nella New Orleans in lenta ripresa dal disastro dell’uragano Katrina.

L’Nba scommette sulla rinascita dell’economia locale a cinque anni dall'uragano che distrusse l'80% di New Orleans e nell'anno del disastro ambientale provocato dalla fuoriuscita di petrolio della Bp nel Golfo del Messico non lascia la città senza basket. L’altra squadra rappresentativa sono i New Orleans Saints della NFL (football americano). Il principale centro della Louisiana si sta lentamente ripopolando e oggi conta circa 363 mila residenti rispetto ai 455mila della metà del 2005. Ma il senso di abbandono e la rabbia per i colpevoli ritardi nell'assistenza dell’amministrazione Bush e le promesse ancora non mantenute dalla presidenza Obama restano più che mai vivi.

Nella storia dello sport a stelle e strisce c’è un precedente: nel novembre 2001 la Major League Baseball comprò i Montreal Expos per 120 milioni di dollari vendendola e ricollocandola dopo quattro anni a 450 milioni con i Washington Nationals. L’obiettivo dell’Nba è lo stesso, ma guarda anche oltre all’eventuale guadagno derivante dalla futura cessione. Le franchigie e Stern non sembrano avere nessuna fretta nel trovare un acquirente: la squadra e l’indotto derivante potrebbero diventare un investimento per tutta l’Nba. Nei tifosi degli Hornets, che sui forum si sono espressi in posizione attendista rispetto a questa transazione, l’interesse si mescola al timore di un nuovo trasloco.Nel 2005 le conseguenze di Katrina hanno costretto al trasferimento per due stagioni a Oklahoma City, per fare rientro in Louisiana nel 2007.

David Stern prima ringrazia George Shinn, figura fondamentale per l’esistenza degli Hornets. «George Shinn è stato un proprietario straordinario per New Orleans. Davanti alla situazione e alle prospettive incerte dell’economia della città e della Louisiana ha deciso di non proseguire nell’investimento». Poi spiega la scelta dell’Nba. «In assenza di compratori ho convinto i proprietari dell’Nba che l’assunzione del controllo era la via migliore per assicurare stabilità e profitti anche una volta risolta la questione della proprietà. Si rivelerà un ottimo investimento per la Lega e migliorerà la condizione finanziaria di tutte le franchigie». Infine illustra le prospettive del club. «Il management attuale è di livello assoluto e abbiamo designato Jac Sperling, originario di New Orleans e dirigente navigato nell’ambito dello sport-business, come presidente. Le autorità governative sono state informate dell’operazione e ora inizierà un proficuo rapporto per far trovare ai nuovi proprietari un terreno d’investimento fertile». L’attuale stagione degli Hornets è partita alla grande, 11 vittorie e una sola sconfitta, per poi subire un fisiologico rallentamento. C’è un top-player Nba come il miglior playmaker della Lega Chris Paul, un buon allenatore come Monty Williams e tutti gli ingredienti per lottare per un posto nei prossimi play-off. Lo show può continuare e l'Nba conferma una volta di più tutta la propria lungimiranza che sposa sport e business.

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