giovedì 2 dicembre 2010

L'arte di Charles Schulz: "Piccola storia dei Peanuts"

di Gabriele Santoro

ROMA (2 dicembre) - «Charles Monroe Schulz è uno dei migliori maestri da cui lasciarsi guidare nell’apprendistato della felicità». Simona Bassano di Tufillo nel prezioso saggio “Piccola storia dei Peanuts” (Donzelli, pag. 191, euro 19.50) ripercorre la storia dell’arte del fumetto che più di ogni altro ha costruito la propria fortuna sulla forza della parola come strumento di progresso, svago e umorismo scaturito dalla riflessione. Le strisce dei Peanuts con lo sguardo “straniato” dei bambini disegnati con un pennino a china da Schulz hanno accompagnato per cinquant’anni e si sono riservati un posto speciale nella cultura statunitense (nel 1997 è arrivata anche la stella sull’Hollywood’s Walk of fame). «Un’arte incentrata sull’impegno sociale - scrive l’autrice - il suo mondo infantile non è sintomatico di una volontà di estraniarsi dalle problematiche della vita sociale, ma al contrario un mezzo straniante per puntare i riflettori da un’altra angolazione e fare luce maggiore».

Si tratta di una guida per gli appassionati di un fenomeno di costume diventato patrimonio planetario, ma è accessibile anche ai profani interessati a comprendere il dietro le quinte dei personaggi (Charlie Brown, Linus, Snoopy, etc)che almeno una volta nella vita ti hanno regalato un sorriso. La narrazione è accompagnata da numerose illustrazioni. La vita del fumettista originario del Minnesota è difficilmente scindibile dall’opera dei Peanuts: un impegno quotidiano (dalle 9 alle 17, escluso il weekend), incessante, una compagnia fedele e una necessità vitale da assecondare. L’avventura irripetibile del fumetto più popolare al mondo iniziò il 2 ottobre del 1950 per concludersi nel 2000 con la scomparsa del suo creatore. Questi sono i numeri di un prodotto da esportazione che fattura montagne di dollari: duemila quotidiani hanno acquistato le strisce Peanuts, 355 milioni di lettori l’hanno amato ed è pubblicato in 75 paesi diversi, tradotto in ventuno lingue (dati riportati dal sito ufficiale United Media, agenzia autori Usa).

Il mondo infantile rappresentato da Schulz non è una metafora o una caricatura critica del mondo spesso nevrotico degli adulti. Non c’è bisogno di andare oltre: nelle gabbie grafiche del fumetto «ogni lettore può immedesimarsi - sottolinea l’autrice - ma non perché essi facciano le veci di noi adulti contemporanei stressati, bensì per la relazione affettiva che instauriamo con i personaggi, oltre che per il conseguente processo di immedesimazione che scatta anche grazie alle situazioni quotidiane e comuni rappresentate». I personaggi dei Peanuts sullo sfondo della provincia americana calati nella loro realtà minimale, dove lo spazio dell’azione è estremamente contratto, creano relazione, comprensione e un atteggiamento solidale mediante l’atto linguistico. Schulz affronta il culto dell’individualismo, tratto tipico della società americana, interpretata nel fumetto con l’immagine dei fiocchi di neve (definiti da Snoopy “gli ultimi tenaci individualisti”) tutti diversi ma alla fine indistinguibili formano una massa. «Un tema molto caro all’autore che difende le differenze individuali, ma senza ombra di egoismo, in nome della varietà come fonte di vita. Ogni personaggio è un unico, un po’ come un fiocco di neve, ma è il gruppo che fa la grandezza del fumetto». Non resta che gustarsi le “Noccioline”, che ci insegnano a ridere di noi stessi senza prenderci troppo sul serio.

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