mercoledì 31 agosto 2011

Eurobasket, troppa Serbia per l'Italia

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di Gabriele Santoro

ROMA - Esordio tra luci e ombre per la nazionale di Pianigiani che si arrende, 80-68, alla solidissima Serbia nella prima sfida degli Europei. Gli azzurri provano a sorprendere la corazzata slava con una partenza sprint senza timori reverenziali, ma alla distanza esce fuori lo strapotere fisico e la maggiore qualità degli avversari.

La squadra allenata dal santone Ivkovic indirizza la partita con due parziali devastanti: 11-2 nel secondo periodo e 17-3 in quello conclusivo. L’Italia non si scompone anche sul -18 e ha il merito di restare sempre con la testa sul campo. Pianigiani ha tentato di mischiare le carte con molta difesa a zona, ma la circolazione di palla con cui i serbi la eludono è da manuale della pallacanestro. Il play Milos Teodosic (15 punti, 8 assist), dopo aver sofferto in avvio la pressione di Hackett, ha dominato la gara con letture ed esecuzioni perfette di tutte le situazioni di gioco. Sono stati decisivi anche il lungo uscito dalla panchina Macvan (14 punti, 6/7 da2) e l’eterno bambino Tepic (15 punti, 7/12 al tiro).

Danilo Gallinari (15 punti, 6/8 da2) è stato il migliore della formazione italiana specialmente nel primo tempo. Bargnani (8/15 da 2, 9 rimbalzi) ha pagato in difesa la mobilità dei lunghi serbi senza avere il ritmo giusto attacco. In ombra Belinelli (9 punti, 1/7 da 3), troppe forzature per lui, e Mancinelli spentosi presto. In regia Hackett ha dato energia, mentre Maestranzi ha rincorso senza costrutto le geometrie di Teodosic. Da rivedere il tiro dalla lunga distanza (2/17), mentre a rimbalzo si è lottato bene (38-33).

L’Italia non si è passata abbastanza la palla (22 assist a 8), come spesso invece richiesto dal ct. Ora non c'è tempo per i cattivi pensieri: domani alle 20 c'è la Germania di Nowitzki. Occorre conservare le cose positive dell’esordio più difficile e ricordare che solo dodici mesi fa, mentre la Serbia lottava per una medaglia mondiale, la nazionale cercava la qualificazione a Eurobasket.

La partita. Alla palla a due Pianigiani lascia fuori Bargnani con Cusin in quintetto base e Hackett in cabina di regia a montare la guardia su Teodosic . Sul perimetro conferma il trio Belinelli-Gallinari-Mancinelli. Ivkovic va sul sicuro con Teodosic, Tepic, Kesely, Savanovic e Krstic. L’impatto dell’Italia con gli Europei è ottimo: funzionano bene i tempi della difesa e trova punti in transizione, 0-7 al 3’. La Serbia ha le mani gelide, 0/8 al tiro, ma si accende con due jolly dalla lunga distanza di Tepic e Teodosic, 6-9 al 5’. Il conto delle palle perse dai serbi sale a 5 e Gallinari (8 punti) vola in contropiede, 10-18 al 10’. Ivkovic toglie uno statico Krstic e vara per il secondo periodo un quintetto pesante con i giganti Macvan-Perovic. Gli azzurri perdono fluidità in attacco e i due lunghi banchettano nell’area colorata: in quattro minuti piazzano il primo break pesantissimo di giornata, 11-2, per il sorpasso 23-22 al 15’.

La retina dalla lunga distanza è un miraggio (11 errori consecutivi), ma Belinelli e compagni limitano i danni anche con l’energia di Cusin, 35-29 al 20’. Al rientro dall’intervallo lungo l’Italia sbanda paurosamente: perde aggressività in difesa e fiducia in attacco. La Serbia mette le mani sulla partita con un parziale di 17-3, 52-34 al 25’. Pianigiani spende due time-out per scuotere i suoi e funziona. Bargnani (13 punti) cerca ossigeno, la zona produce qualche effetto temporaneo e finalmente si riprende a correre, 57-53 al 30’. Nel momento chiave sale in cattedra il professor Teodosic (7 assist): il play di Valjevo fa circolare la palla in maniera divina, innesca tiratori micidiali come Kesely e si mette in proprio. La sua tripla del 71-55 al 34’ fa partire con largo anticipo i titoli di coda. Alla fine si gioca solo per i tabellini e il Mago (23 punti) amplia il bottino.

Nelle altre partite del raggruppamento italiano la Germania di Nowitzki (25 punti, 3 rimbalzi) travolge, 91-64, Israele e avverte l'Italia diretta concorrente per l'accesso alla seconda fase. Gli israeliani crollano nel terzo periodo sotto i colpi della stella di Dallas e del centro Kaman (18 punti, 10 rimbalzi). Nell'altra sfida la Francia soffre più del previsto contro una Lettonia volitiva e si aggrappa ai numeri di Toni Parker (31 punti) per condurre in porto il successo, 89-78.

Eurobasket, l'Italia ci prova con i Big-Three

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di Gabriele Santoro

ROMA – Domenica mattina l’Italbasket ha chiuso la valigia ed è decollata destinazione Lituania con un sogno e un obiettivo concreto: riscoprirsi grande tra i giganti della pallacanestro europea e avvicinare Londra 2012. La nazionale guidata da Simone Pianigiani, dopo estati di purgatorio cestistico, oggi alle 14.15 tornerà a calcare il palcoscenico che le spetta con il debutto a Eurobasket 2011 contro la temibile Serbia di Milos Teodosic e Nenad Krstic. L’entusiasmo, il talento e la faccia tosta di un gruppo giovane sono gli ingredienti principali dell’Italia che non ha più tempo per pensare: l’aspettano cinque partite in sei giorni nel girone più duro per conquistarsi un destino di prestigio. Nel 2007 chiuse la rassegna iridata con un mesto nono posto. Nel 2009 non si qualificò per la prima volta nella sua storia. Oggi si respira un’aria di riscatto con il pensiero che vola ai giorni dorati di Atene 2004, l’ultima magnifica impresa.

Questa edizione dei campionati Europei (31 agosto-18 settembre), ricca di protagonisti del mondo Nba, ha una favorita d’obbligo: la Spagna di Pau Gasol e del ct italiano Sergio Scariolo. La “cantera” catalana incanta anche sul parquet con il suo bagaglio infinito di talento: a luglio la selezione iberica under 20 ha dominato il torneo di categoria. Alle spalle freme la Lituania, tutt’altro che brillante in fase di preparazione ma forte del sostegno di un paese innamorato di questo sport, dello zar Jasikevicius e del gigante del futuro Valanciunas. La Turchia sembra appagata dall’argento mondiale 2010. La Francia di Joachim Noah e Tony Parker sulla carta è da medaglia, ma i galletti spesso hanno tradito le attese. Non c’è più la Yugo dei Bodiroga e Danilovic, tantomeno quella dei Divac e Petrovic. Delle sei repubbliche sorte dalla polverizzazione dei Balcani le uniche a nutrire ambizioni sono la Serbia rodata del santone Ivkovic e la Slovenia di Erazem Lorbek. Attenzione a Russia e Grecia inserite nei due gironi più abbordabili. Le due finaliste ottengono subito il pass per le Olimpiadi, le qualificate dal terzo al sesto posto tengono aperta la porta per Londra con il torneo preolimpico.

Lituania, terra di basket. A Vilnius la leggenda lituana Arvydas Sabonis ha aperto ufficialmente la manifestazione con il classico taglio di nastro e una marea umana di 55mila persone che ha palleggiato all’unisono in tutto il Paese. La Lituania con i suoi appena tre milioni di abitanti ha un bacino incredibile di appassionati e una scuola cestistica che sforna talenti in quantità industriale. Il paese baltico, entrato nel 2004 nell’Ue, vuole dimostrare di essere all’altezza della sfida organizzativa e mostrare al mondo l’amore per il gioco.

L’Italia non è solo i Big-Three. Bargnani, Belinelli, Gallinari e poi? Gli occhi sono tutti puntati sui tre alfieri azzurri in Nba, ma non basta. Il “Gallo” è la novità rispetto al passato recente. L’ala milanese non solo eleva il tasso qualitativo, ma garantisce moltissime soluzioni a Pianigiani: da rimbalzo difensivo grazie all’esplosività fisica può accendere il contropiede in cui l’Italia si esprime al meglio, può ricevere palla spalle a canestro, guadagna tanti tiri liberi oltre alle soluzioni dalla lunga distanza. Con lui in campo c’è più fluidità offensiva e si soffre meno a rimbalzo. Il “Mago” è la nostra macchina da canestri dentro e fuori l’area colorata e l’unico lungo di stazza in una selezione di giocatori con taglia bassa rispetto alla concorrenza. Inoltre dovrà essere preservato nella gestione dei falli. Il “Beli” senza troppi palleggi e soluzioni individuali forzate è l’uomo che può risolvere la partita in qualsiasi momento. Una chiave di questa nazionale è Mancinelli. Il “Mancio” un lungo atipico, favoloso collante con le sue doti di passatore. I gradi del play titolare sono stati assegnati al paisà Maestranzi. Dalla panchina può uscire l’energia di Hackett e Datome, l’esperienza dei pretoriani Carraretto e Mordente, l’impegno di Cusin.

L’idea alla base del gioco azzurro è quella di difendere forte, correre per innescare il talento offensivo dei suoi Nba e sopperire al deficit di centimetri con il contributo di tutti a rimbalzo. Ma in sfide così ravvicinate più che la qualità di un pick and roll vince lo spirito di squadra, quella voglia di non chinarsi anche di fronte a un avversario più forte. L’Italia, come ripete spesso Pianigiani, ha poca esperienza ma tanta fame di riprendersi il terreno perduto. Nel girone di Siauliai se Francia e Serbia sembrano poter ipotecare il passaggio del turno, c’è molto equilibrio con la Germania di Nowitzki, la Lettonia e Israele che ha perso la stella Casspi. L'esordio con i serbi, che sono un mix interessante di talento navigato, può regalare sorprese. La sensazione è che gli azzurri possano vincere, ma anche perdere, con tutti. Ora la parola passa ai legni della Siauliu Arena, bella struttura con cinquemila posti a sedere che ospiterà la prima fase degli azzurri. Siauliai è la quarta città più popolosa della Lituania con oltre centotrentamila abitanti. Robert Javtokas e Minda Zukauskas (ex Siena e Pesaro) i due cestisti più famosi.

Quante stelle Nba. Forse complice l’ombra sempre più ingombrante della serrata i giocatori europei che militano nella lega statunitense hanno fatto l’impossibile per essere in Lituania con le rispettive nazionali. Nowitzki, i fratelli Gasol, Parker, Turkoglu, oltre ai nostri, sono pronti a infiammare la competizione che per venti giorni attirerà l’attenzione di tutto il pianeta della palla a spicchi.

Eurobasket, il ritorno al futuro dell'Italia targata Nba

Il Messaggero, sezione Sport, pag. 29, 31 agosto 2011

venerdì 26 agosto 2011

Basket, le nuove squadre in preparazione del campionato

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=160925&sez=HOME_SPORT

di Gabriele Santoro

ROMA – Torna a rimbalzare la palla a spicchi nei palazzetti d’Italia. Sorrisi, flash fotografici ed entusiasmo dei tifosi per il primo sudore in vista del campionato che scatta il 9 ottobre e si annuncia come il più equilibrato e spettacolare degli ultimi anni. Il primo appuntamento della stagione cestistica sarà la Supercoppa italiana in programma il primo ottobre con la sfida tra Siena e Cantù. Dopo il divorzio da Sky la pallacanestro in televisione sarà visibile in chiaro con i diritti acquisiti da Rai e La7. La prima squadra a radunarsi è stata la Benetton Treviso, mentre domani la Pepsi Caserta sarà l’ultima a ritrovarsi.

L’Olimpia Milano di Giorgio Armani, che in attesa di Sergio Scariolo impegnato con la Spagna agli Europei lavora agli ordini di Fabrizio Frates, ha rilanciato la sfida a Siena senza badare a spese con un mercato da regina. Cook, Nicholas, Hairston, Fotsis e Bourusis: cinque colpi per un quintetto base da sogno, da Final Four di Eurolega. E potrebbe regalarsi la classica ciliegina sulla torta con un botto finale da oltre oceano. Intanto Danilo Gallinari, che a causa della serrata Nba rischia di stare a lungo fermo, ha smentito un contatto diretto con la società che l’ha lanciato. Siena non è rimasta a guardare con l’arrivo dell’esperienza, del talento e della solidità di David Andersen e la scommessa, ben ponderata, dell’ex Pistons DaJuan Summers. La Montepaschi ha annunciato il prolungamento della sponsorizzazione almeno fino al 2014. La società guidata dal presidente Minucci proverà a vincere tutto il prossimo anno, per poi rifondare un gruppo che ha scritto la storia. Lo scudetto, a meno di sorprese, sarà una corsa a due tra Siena e Milano.

Alle loro spalle c’è la solita laboriosa e lungimirante Bennet Cantù. Il sapiente Bruno Arrigoni, dopo aver confermato tutti i migliori, ha optato per una squadra più italiana e ha fatto la rivoluzione, coraggiosa, in cabina di regia. Via l’ottimo Mike Green, dentro il giovane e promettente Andrea Cinciarini. Interessante il colpo David Lighty, prodotto di Ohio State, che aumenta la fisicità del reparto esterni dei brianzoli. La premiata ditta Arrigoni-Trinchieri ha il merito di aver riportato in Italia i tiri “ignoranti” di Gianluca Basile. Il “Baso”, dopo un’epoca dorata al Barcellona, darà quel tocco di esperienza fondamentale per l’Eurolega.

Chi riaccende Roma? Nella fase di preparazione la Virtus è la società maggiormente penalizzata dagli Europei con sei elementi (Maestranzi, Gordic, Dedovic, Datome, Dasic, Slokar) impegnati in Lituania dal 31 agosto. Presumibilmente Lino Lardo potrà iniziare a lavorare con il gruppo al completo solo dal 20 settembre. La preparazione si svolgerà nella Capitale con la parte atletica al mattino a Villa Ada e il pomeriggio con il pallone al Palazzetto. Il budget a disposizione per il mercato è stato investito quasi tutto per l’acquisto di Clay Tucker. «Ettore Messina mi ha parlato benissimo di lui anche fuori dal campo. È il realizzatore di cui avevo bisogno», spiega Lardo. Senza troppi giri di parole il destino della Virtus passa per le mani e i canestri della guardia statunitense. Per il momento Roma ha deciso di non inserire il pivot, vitale, per un reparto lunghi pieno di incognite e che annovera Dasic, Tonolli, Slokar e Crosariol. «Per ora partiamo così», sintetizza il coach veronese che ha entusiasmo ed è abituato a lottare.

Il raduno di mercoledì al Palazzetto, ancora con il cartello lavori in corso e l’intonaco fresco per l’adattamento della struttura ai canoni richiesti dalla Lega, è stato per pochi intimi con i soli Tonolli e Crosariol senza l’atteso Tucker, che però ha risolto i problemi con il visto ed è arrivato oggi nella Capitale (domani alle 16.30 la presentazione al Palazzetto). Non mancava però lo striscione dei tifosi in ricordo di Davide Ancilotto; talento cristallino, che in un solo anno fece innamorare Roma, scomparso tragicamente il 24 agosto di quattordici anni fa. «È vero dobbiamo riconquistare la nostra gente - dice il capitano Alessandro Tonolli, diciotto anni con la stessa maglia - Uscire a testa alta dal parquet, dopo aver dato tutto, è l’unico obiettivo che possiamo promettere ora».

Claudio Sabatini, eccentrico patron della Virtus Bologna, dopo il colpo Mc Intyre e Gigli da Roma deve ancora completare il mosaico. Si è raffredata la pista che porta al centro Eze e serve un'ala piccola. Attenzione all’energia della neopromossa Casale Monferrato: una piazza che vive di basket ed è euforica per la storica promozione con una coppia di statunitensi, Trapani-Temple, freschi di college che può stupire.La Scavolini Pesaro ha puntato tutto sul trio stellare Hickman-White-Jones che promette di vendere biglietti all’Adriatic Arena, ma deve tradursi in un’idea di pallacanestro sostenibile. Il primo bagno di folla c’è stato alla presentazione ufficiale, ora a coach Dalmonte spetta il compito di convincerli che le partite si vincono anche in difesa.

Giovane, intrigante e tutta da scoprire: la Benetton Treviso ha assortito un gruppo che guarda all’America (Adrien, Moore, Moldoveanu), ma promette di avere l’anima slava di coach Sasha Djordjevic. La Sutor Montegranaro è un mix di talento ed esperienza: sul perimetro l’esplosività di Edgar Sosa e McNeal, sotto i tabelloni i mestieranti Brunner e Nicevic. La Dinamo Sassari proverà a confermarsi con i cugini Diener (Travis e Drake), così come Avellino che ha inserito il solo Domen Lorbek al posto di Thomas. Teramo, Biella (interessante l’innesto del giovane greco Chrysikopoulos) e Cremona con il colpo Nba Wafer sono le principali indiziate alla lotta per non retrocedere. Varese e Caserta hanno varato un restyling che ha tolto un po’ di fantasia pensando alla sostanza.