mercoledì 31 agosto 2011

Eurobasket, l'Italia ci prova con i Big-Three

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di Gabriele Santoro

ROMA – Domenica mattina l’Italbasket ha chiuso la valigia ed è decollata destinazione Lituania con un sogno e un obiettivo concreto: riscoprirsi grande tra i giganti della pallacanestro europea e avvicinare Londra 2012. La nazionale guidata da Simone Pianigiani, dopo estati di purgatorio cestistico, oggi alle 14.15 tornerà a calcare il palcoscenico che le spetta con il debutto a Eurobasket 2011 contro la temibile Serbia di Milos Teodosic e Nenad Krstic. L’entusiasmo, il talento e la faccia tosta di un gruppo giovane sono gli ingredienti principali dell’Italia che non ha più tempo per pensare: l’aspettano cinque partite in sei giorni nel girone più duro per conquistarsi un destino di prestigio. Nel 2007 chiuse la rassegna iridata con un mesto nono posto. Nel 2009 non si qualificò per la prima volta nella sua storia. Oggi si respira un’aria di riscatto con il pensiero che vola ai giorni dorati di Atene 2004, l’ultima magnifica impresa.

Questa edizione dei campionati Europei (31 agosto-18 settembre), ricca di protagonisti del mondo Nba, ha una favorita d’obbligo: la Spagna di Pau Gasol e del ct italiano Sergio Scariolo. La “cantera” catalana incanta anche sul parquet con il suo bagaglio infinito di talento: a luglio la selezione iberica under 20 ha dominato il torneo di categoria. Alle spalle freme la Lituania, tutt’altro che brillante in fase di preparazione ma forte del sostegno di un paese innamorato di questo sport, dello zar Jasikevicius e del gigante del futuro Valanciunas. La Turchia sembra appagata dall’argento mondiale 2010. La Francia di Joachim Noah e Tony Parker sulla carta è da medaglia, ma i galletti spesso hanno tradito le attese. Non c’è più la Yugo dei Bodiroga e Danilovic, tantomeno quella dei Divac e Petrovic. Delle sei repubbliche sorte dalla polverizzazione dei Balcani le uniche a nutrire ambizioni sono la Serbia rodata del santone Ivkovic e la Slovenia di Erazem Lorbek. Attenzione a Russia e Grecia inserite nei due gironi più abbordabili. Le due finaliste ottengono subito il pass per le Olimpiadi, le qualificate dal terzo al sesto posto tengono aperta la porta per Londra con il torneo preolimpico.

Lituania, terra di basket. A Vilnius la leggenda lituana Arvydas Sabonis ha aperto ufficialmente la manifestazione con il classico taglio di nastro e una marea umana di 55mila persone che ha palleggiato all’unisono in tutto il Paese. La Lituania con i suoi appena tre milioni di abitanti ha un bacino incredibile di appassionati e una scuola cestistica che sforna talenti in quantità industriale. Il paese baltico, entrato nel 2004 nell’Ue, vuole dimostrare di essere all’altezza della sfida organizzativa e mostrare al mondo l’amore per il gioco.

L’Italia non è solo i Big-Three. Bargnani, Belinelli, Gallinari e poi? Gli occhi sono tutti puntati sui tre alfieri azzurri in Nba, ma non basta. Il “Gallo” è la novità rispetto al passato recente. L’ala milanese non solo eleva il tasso qualitativo, ma garantisce moltissime soluzioni a Pianigiani: da rimbalzo difensivo grazie all’esplosività fisica può accendere il contropiede in cui l’Italia si esprime al meglio, può ricevere palla spalle a canestro, guadagna tanti tiri liberi oltre alle soluzioni dalla lunga distanza. Con lui in campo c’è più fluidità offensiva e si soffre meno a rimbalzo. Il “Mago” è la nostra macchina da canestri dentro e fuori l’area colorata e l’unico lungo di stazza in una selezione di giocatori con taglia bassa rispetto alla concorrenza. Inoltre dovrà essere preservato nella gestione dei falli. Il “Beli” senza troppi palleggi e soluzioni individuali forzate è l’uomo che può risolvere la partita in qualsiasi momento. Una chiave di questa nazionale è Mancinelli. Il “Mancio” un lungo atipico, favoloso collante con le sue doti di passatore. I gradi del play titolare sono stati assegnati al paisà Maestranzi. Dalla panchina può uscire l’energia di Hackett e Datome, l’esperienza dei pretoriani Carraretto e Mordente, l’impegno di Cusin.

L’idea alla base del gioco azzurro è quella di difendere forte, correre per innescare il talento offensivo dei suoi Nba e sopperire al deficit di centimetri con il contributo di tutti a rimbalzo. Ma in sfide così ravvicinate più che la qualità di un pick and roll vince lo spirito di squadra, quella voglia di non chinarsi anche di fronte a un avversario più forte. L’Italia, come ripete spesso Pianigiani, ha poca esperienza ma tanta fame di riprendersi il terreno perduto. Nel girone di Siauliai se Francia e Serbia sembrano poter ipotecare il passaggio del turno, c’è molto equilibrio con la Germania di Nowitzki, la Lettonia e Israele che ha perso la stella Casspi. L'esordio con i serbi, che sono un mix interessante di talento navigato, può regalare sorprese. La sensazione è che gli azzurri possano vincere, ma anche perdere, con tutti. Ora la parola passa ai legni della Siauliu Arena, bella struttura con cinquemila posti a sedere che ospiterà la prima fase degli azzurri. Siauliai è la quarta città più popolosa della Lituania con oltre centotrentamila abitanti. Robert Javtokas e Minda Zukauskas (ex Siena e Pesaro) i due cestisti più famosi.

Quante stelle Nba. Forse complice l’ombra sempre più ingombrante della serrata i giocatori europei che militano nella lega statunitense hanno fatto l’impossibile per essere in Lituania con le rispettive nazionali. Nowitzki, i fratelli Gasol, Parker, Turkoglu, oltre ai nostri, sono pronti a infiammare la competizione che per venti giorni attirerà l’attenzione di tutto il pianeta della palla a spicchi.

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