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di Gabriele Santoro
ROMA – Regina insaziabile e perfetta. La Montepaschi Siena conquista la quarta Coppa Italia consecutiva, mai nessuno prima era riuscito nell’impresa, e aggiunge una pagina al libro dei record: si tratta del dodicesimo trofeo nazionale dal 2008. Il remake dell’ultima finale scudetto è senza storia.
Cantù crolla, 88-71, letteralmente dominata dall’aggressività difensiva dei campioni d’Italia e dallo strapotere, tanto tecnico quanto fisico, dei lunghi David Andersen (23 punti, 7/9 da2, 2/5 da3, 7 falli subiti) e Ksistof Lavrinovic (16 punti, 5/5 da2, 6/7 ai liberi). Così come la coppia di playmaker Mc Calebb (9 punti, 4 assist)-Zisis (10 punti) almeno in Italia non ha competitori. Ma più delle qualità individuali è il sistema formidabile in cui esse si esprimono a rendere la Montepaschi difficilmente superabile (26/38 da2, 8/17 da3, 16 assist). Ora manca solo la più volte rimandata consacrazione europea, l'oggetto del desiderio Eurolega.
Il muro di tifosi biancoblu che ha riempito (7500 spettatori) il bellissimo Pala Olimpico di Torino non è bastato ad accendere la Bennet. Una formazione operaia nell’anima, profonda nelle rotazioni, ma ancora lontana dal compiere il passo che trasforma un’ottima squadra in una vincente. Non è un caso che il migliore tra i brianzoli sia il veterano inossidabile Gianluca Basile (15 punti, 5/9 da3), l’unico capace di indossare l’abito mentale richiesto da questo genere di partite.
L’andamento della Final Eight di Coppa Italia, iniziata giovedì, ha restituito l’istantanea del campionato. Siena è ancora davanti a tutti per esperienza, organizzazione e fame di vincere. Ma il distacco dalle rivali si è ridimensionato. In semifinale (67-65) l’Emporio Armani Milano ha sciupato, complici due decisioni arbitrali sbagliate, l’occasione di eliminare Siena e lanciare un segnale importante per l’appuntamento playoff.
Siena approccia la gara con una forza psicologica e fisica che mette subito all’angolo Cantù. La fluidità e la circolazione di palla, proprie del sistema di gioco costruito dal bravo Trinchieri, è strozzata (4 palle perse in 5’) dalla reattività dei senesi, maestri nello sporcare tutte le linee di passaggio. David Andersen (7 punti, 3/3 da2) è un rebus con il tiro dalla media distanza per il primo allungo, 19-10 all’8’. Pianigiani spegne la mente degli avversari, Micov, con una gabbia difensiva e annulla la pericolosità dei tiratori.
In regia Cantù non ha leadership (12 palle perse al 20’, saranno 20 alla fine) con l’ultimo arrivato Perkins (3/8 dal campo, 4 palle perse) che riesce a fare peggio dell’acerbo Cinciarini. I toscani volano, 35-23, con il lusso di centellinare Lavrinovic dalla panchina. Basile prova a dare la scossa, 35-28 al 18’, ma Andersen gela tutti sulla sirena, 44-31 al 20’. Al rientro dall’intervallo lungo (29-8 nella terza frazione, 11/13 al tiro per la Mps) Siena dilaga e lo fa con i comprimari. Il pretoriano del ct Carraretto e l’agonista Moss (14 punti, 4 assist) producono il break decisivo, 53-37 al 24’, prima delle due triple della coppia Thornton-Zisis, che chiudono con largo anticipo la contesa, 65-42 al 28’.
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