venerdì 10 maggio 2013

Il segnalibro, Io e l'Avvocato Agnelli di Mimmo Calopresti



di Gabriele Santoro

ROMA - Una famiglia povera calabrese e la dinastia Agnelli. Due destini uniti dalla Fabbrica Italiana Automobili Torino. Il regista Mimmo Calopresti esordisce con il romanzo autobiografico Io e l’Avvocato, costruendo un dialogo immaginario con il padre Emilio, operaio Fiat emigrato negli anni del boom economico, e Gianni, icona dell’industria novecentesca. Due storie parallele che arrivano a toccarsi e mischiarsi con l’incontro tra i due figli: Mico e il fragile Edoardo. Calopresti racconta le aspirazioni di riscatto sociale mediante il lavoro alla catena di montaggio, la rottura generazionale della contestazione studentesca e lo smarrimento identitario che ha accompagnato l’automatizzazione progressiva dei processi industriali. Ed esplora in un corpo a corpo l’ascesa e le cadute della famiglia più influente d’Italia.

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