giovedì 12 agosto 2010

Ombre azzurre

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di Gabriele Santoro

ROMA (12 agosto) - La qualificazione diretta all'Eurobasket 2011 in terra lituana è sempre più un miraggio per l'Italia di Simone Pianigiani. Il talento esplosivo di Nikola Pekovic (28 punti, 11/15 da2), trascinatore della giovane e ambiziosa nazionale del Montenegro, infligge all'Italbasket la terza sconfitta in quattro partite. Il centro montenegrino, fresco di approdo nell'Nba (contratto da 13 milioni di $ a Minnesota) e guidato dal navigato coach Dusko Vujosevic che l'ha svezzato al Partizan Belgrado, è una montagna di muscoli e qualità insormontabile per Andrea Bargnani. Nella bollente ed entusiasta palestra di Bijelo Polje l'Italia rispetto ai precedenti due passi falsi, soprattutto quello con la debole Lettonia, è sempre con la testa sulla partita prima di cedere nella volata decisiva.

Possibilità di qualificazione
. Ora l'Italia osserverà un turno di riposo per tornare sul parquet il 17 agosto nella trasferta in Israele, che deciderà il destino verso gli Europei. Per avere qualche chances di secondo posto bisognerà vincere di 9 punti a Tel Aviv (71-79 all'andata). A qualificarsi sono le migliori di ogni girone, le due migliori seconde e una tra le sei migliori non classificate che l'estate prossima disputeranno l'additional round per centrare l'ultimo posto disponibile. Il girone A è guidato a punteggio pieno dal Montenegro (6 punti), segue Israele (4 punti) e chiudono appaiate con una sola vittoria Italia, Lettonia e Finlandia. I finnici con lo sgambetto di ieri agli israeliani (84-83) hanno riaperto un po'i giochi. Senza il tonfo lettone, 69-68, gli azzurri sarebbero ancora in piena corsa.

Il tempo dei bilanci definitivi
quindi è prematuro, ma si possono trarre alcuni dati di fatto. La scossa Pianigiani non ha risolto, come qualcuno pensava o sperava, problemi ormai annosi della massima espressione del movimento cestistico. Dalla fantastica cavalcata dell'argento olimpico di Atene 2004 la nazionale italiana e dal precedente bronzo europeo 2003 in Svezia non ha più raccolto risultati e non ha neanche seminato per il futuro. Siamo usciti dall'elite del basket europeo e mondiale. La strada per rientrarci assomiglia a quella del Mont Ventoux, terribile salita del Tour de France. C'è stato un vuoto generazionale, di leader e giocatori con estro come Myers-Basile-Fucka etc non ne produciamo più, che l'approdo degli italiani in Nba non ha colmato. Forse la notizia migliore di questa estate è proprio la crescita per qualità e quantità della presenza di Bargnani all'interno del gruppo. Questa nazionale è debole sotto canestro, non ha una regia sicura, tolti Bargnani e Belinelli l'unico terminale offensivo con qualche affidabilità è Mancinelli. Fa riflettere che in cabina di regia, complice l'assenza per infortunio di Giachetti, l'incostanza di Vitali e l'esclusione per scelta tecnica di Poeta, ci si debba affidare al "nuovo" italiano Anthony Maestranzi (playmaker oriundo in forza alla Sutor) all'esordio nel gruppo azzurro. Dei rappresentanti della Lottomatica Roma fino a oggi il solo Angelo Gigli ha avuto un ruolo di primo piano: il pivot Crosariol ha confermato l'insostenibile leggerezza, Datome è finito in tribuna nelle ultime due uscite, Giachetti è rientrato con il Montenegro dopo 20 giorni di stop per problemi muscolari.

Al nuovo corso di Simone Pianigiani i vertici della Federbasket e dello sport italiano hanno chiesto una rapida inversione di tendenza nei risultati e la creazione di un gruppo che nel medio termine possa tornare protagonista. Il primo obiettivo sembra sfumare. Addossare le responsabilità al tecnico della Montepaschi Siena pluricampione d'Italia e immaginare altri scenari in panchina sarebbe miope e inutile. Occorre lavorare a fondo con il materiale umano a disposizione, attendere il rientro in azzurro di Gallinari (nostro miglior talento), investire realmente sui vivai e smantellare illusioni sulla reale consistenza della selezione che non può più snobbare nessun avversario. Si dovrà riflettere anche sulla copertura televisiva. Gli italiani non possono assistere, a meno di affidarsi ad avventurose ricerche di streaming sul web, ai match in trasferta non coperti dalla Rai per i costi dell'acquisto dei diritti televisivi.

I numeri. Delle 15 selezioni impegnate nei tre gironi quello italiano è il quart'ultimo attacco con appena 70.8 punti di media segnati, mentre è la sesta miglior difesa con 73 subiti. Uno dei talloni d'Achille dell'Italbasket è il tiro dalla lunga distanza: siamo gli ultimi del lotto con un misero 25% dal campo. Non va meglio a rimbalzo: quart'ultimi. Nota lieta è il controllo delle palle perse. L'attacco azzurro si fonda sull'asse Bargnani-Belinelli. Il romano fattura 19.8 punti e 6 rimbalzi di media, 26% da3. Il bolognese appena approdato dai Toronto Raptors a New Orleans viaggia a 15.5 punti, ma tira con il 17% da3 ed è il settimo giocatore del torneo per tiri tentati con sei triple a serata. Sul parquet però non scendono i numeri e l'Italbasket dovrà mettere quegli ingredienti che non compaiono sulle statistiche: orgoglio, grinta e voglia di vincere.

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