martedì 8 ottobre 2013

San Lorenzo, nasce l'Atletico per un calcio popolare e un'altra idea di quartiere

di Gabriele Santoro

ROMA – San Lorenzo. Un paesone nel cuore di Roma che si trasforma, sempre in bilico sul confine labile tra centro e periferia: in origine popolare, resistente, oggi universitario alla ricerca di una nuova identità e di un senso dello stare insieme. Dudley. Un distretto siderurgico delle West Midlands alle prese con gli esiti della deindustrializzazione, che ha stravolto il paesaggio urbano senza alternativa alla desocializzazione della classe operaia. Due luoghi distanti, smarriti e uniti da una passione antica: il calcio. Quello giocato tra i vicoli del quartiere, fatto di rivalità sanguigne e sogni di riscatto dalla miseria nera. Stasera le due storie s’incontreranno in piazza dei Sanniti attraverso la penna neorealista e brillante di Anthony Cartwright, venuto in città per una presentazione inedita del suo Heartland (66thA2nd, 288 pagine, 17 euro).

I sanlorenzini dall’anima bella, che resistono ai processi di gentrification, non hanno dimenticato quella passione, ed emozionandosi ricordano ancora le due campane calcistiche: la Basilica San Lorenzo di padre Giustino Ferazzoli e del presidente Tonino Marcellini, terzino romano e romanista purosangue, e la Romana dello Sport, rossa Pci. «Da vent’anni ci manca una squadra di quartiere che aggreghi...». Un’esigenza che in pochi mesi ha portato alla nascita dell’Atletico San Lorenzo. Terza categoria. Maglia rossoblu. Sul petto lo stemma che raffigura Porta Tiburtina e due martelli incrociati per i ferrovieri, gli operai e gli artigiani che hanno visto sorgere il quartiere. Quattrocento tessere di soci sono state già staccate, e cresce l’attesa per l'esordio in campionato al campo Artiglio (Stazione Tiburtina). Una rosa di ventotto giovani calciatori, perlopiù studenti volontari, residenti in zona si sta allenando da settembre ai Cavalieri di Colombo (Via dei Sabelli). Il centenario Bar Marani, dove a luglio si è svolta la prima assemblea aperta a tutte le anime di San Lorenzo, insieme ad altri esercenti storici ha garantito un sostegno decisivo. Sognando il calcio immaginifico di Osvaldo Soriano è stato stabilito un gemellaggio con il suo San Lorenzo de Almagro.

«Il calcio è uno strumento di unione straordinario, e da una squadra possono svilupparsi innumerevoli attività: dalla pulizia delle strade a incontri letterari. Intendiamo riappropriarci degli spazi pubblici per ricostruire legami. Basta con il degrado culturale della movida senza misura e della droga. E vogliamo vivere il tifo in modo libero, spontaneo e non violento», dicono in coro il presidente Francesco Panuccio, il vice Marco “Duka” Anastasi e capitan futuro Ruggero Apruzzese.

«Il calcio è ancora lo sport del popolo, e offre molti più elementi di condivisione che di divisione - sostiene Cartwright -. Vi ritrovi ogni aspetto della vita: avidità, generosità, amore, fedeltà, odio, benessere, povertà, amicizia e rivalità. Il progetto Atletico riunisce l'intera comunità. In questa passione si delinea necessariamente una dimensione politica nell’accezione più ampia di partecipazione. In Inghilterra sta crescendo il numero di club posseduti dai tifosi, radicati intorno a una comunità: il Newport County, il Mertyr Town FC o il Chester FC per citarne qualcuno. Squadre risorte grazie ai fans dopo gestioni finanziarie scellerate». Con Cartwright l’Atletico promuove un’idea essenziale ed etica del football: trasparenza nei bilanci, merchandising responsabile, lealtà sportiva, antirazzismo senza bandiere di partiti o movimenti. Calcio e letteratura andranno a braccetto: in cantiere, come prossimi ospiti eccellenti del club, ci sono Nick Hornby e David Peace (Il maledetto United).

In Heartland il calcio, invece, è una manifestazione delle divisioni sociali. La cittadinanza di Dudley è in subbuglio per l’edificazione di una mega moschea sulle macerie delle vecchie acciaierie. Pochi giorni prima della sfida Inghilterra-Argentina ai mondiali nippo-coreani del 2002, i dilettanti del Cinderheath Fc si giocano il titolo contro la squadra della locale comunità musulmana: una partita ad alta tensione alimentata dalla speculazione xenofoba del British National Party. «Nel plot Cinderheath rimane isolata dalla chiusura della sua fabbrica, e sgretolata dalle enclavi etniche - conclude Cartwright -. Lo Stato sociale, dalla scuola disertata al boom della disoccupazione, qui è fallito. Tuttavia i protagonisti rifiutano di conformarsi al declino a loro riservato. Gli invisibili provano a reagire. Un sequel confortante del romanzo prevederebbe la fusione delle due squadre rivali, nello spirito dell’Atletico, per una nuova idea di Cinderneath».

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