lunedì 22 settembre 2014

Cartoline del Belpaese che se ne va: Giuseppe, la promessa della ricerca sogna l'America

Il Messaggero, Macro pag. 16,
22 settembre 2014
di Gabriele Santoro

di Gabriele Santoro


Glenn Green è un professore associato di otorinolaringoiatria infantile presso l'Università del Michigan, e sarà uno degli ospiti d'eccezione di Maker Faire. Perché un medico è coinvolto in una manifestazione che accoglie innovatori e artigiani della tecnologia su scala globale? A maggio di un anno fa ha salvato la vita di un neonato, Kaiba Gionfriddo, impiantandogli a livello del bronco sinistro una endoprotesi stampata in 3D con materiale biologico riassorbibile, al fine di risolvere una rara ostruzione polmonare. Il mondo della medicina e quello dell'innovazione tecnologica appaiono sempre più convergenti.

L'Italia ha in questi due settori i luminari di domani, ma rischia di perderli per le ormai storicizzate deficienze del sistema. Appare emblematica la storia di Giuseppe Dall'Agnese, uno dei giovanissimi protagonisti della rassegna. Si è diplomato allo sperimentale Liceo Biologico Elisabetta Vendramini di Pordenone. Ora è iscritto al corso di laurea in scienza e tecnologia per l'ambiente. La passione per la biologia è anche una questione di famiglia: Alessandra, la sorella maggiore, studentessa di genetica, vive a San Diego, dove rimarrà almeno per un biennio per un dottorato di ricerca. A maggio il promettente Giuseppe, selezionato dalla Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche, è stato insignito a Los Angeles dall'American Physiological Society del prestigioso riconoscimento mondiale per liceali Exceptional Science Award, nell'ambito dell'Intel International Science and Engineering Fair.

Come un giovane apprendista di bottega, presso il laboratorio romano del Dulbecco TelethonInstitute dove era impiegata la sorella con l'equipe del professore Pier Lorenzo Puri, prima ha guardato e ascoltato, poi è passato all'azione. Una tesina articolata sugli studi in corso d'opera sull'enzima p38 ha conquistato gli americani: borsa di studio e numerosi contatti. «Attivandolo o disattivandolo nelle cellule staminali, è possibile indurlo alla moltiplicazione e poi alla sua differenziazione. Dal funzionamento e dalla regolazione del p38 potrebbero arrivare terapie innovative per contrastare malattie gravi quali la distrofia muscolare e il rabdomiosarcoma», spiega.

Ha vent'anni, dunque tutta la vita davanti, ma si avvicina il momento delle scelte dirimenti. E lui, senza giri di parole, immagina il proprio futuro lontano da qui. Il sogno di un progetto di ricerca scientifica agli albori, già riconosciuto a livello internazionale, è riposto in una valigia destinazione Stati Uniti. Ha l'opportunità di andarsene, senza nutrire troppi dubbi in merito: «So di trovare lì le occasioni che qui non avrei. Una volta laureato partirò per fare ricerca. Ho legami attivi oltreoceano, mi tengono in considerazione».


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