giovedì 21 gennaio 2010

Radio Haiti

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di Gabriele Santoro


ROMA (21 gennaio) – La radio è il mezzo d’informazione più diffuso ad Haiti. Sono oltre duecento le stazioni radiofoniche nel paese caraibico, concentrate soprattutto nella capitale haitiana, molte delle quali distrutte dal terremoto. Gli abitanti di Port-au-Prince vivono con l’orecchio incollato a vecchie radioline per cercare contatti e voci rassicuranti. Per tutta la giornata l’equipe di Radio Caraibes, come testimonia questo video dell’Afp, trasmette notizie dal marciapiede antistante la sede lesionata dell’emittente. Un generatore elettrico, che serve anche a ricaricare i cellulari di centinaia di persone, e una grande antenna rossa permette di diffondere i programmi in francese e in creolo.

«Siamo giornalisti, dobbiamo fare il nostro mestiere - raccontano i giornalisti di Radio Caraibes - La gente aspetta notizie dei propri cari. La nostra priorità è spiegare alla gente che si tratta di un terremoto e non della fine del mondo, come pensano in molti». La radio si è trasformata anche in uno strumento per lanciare messaggi: «Ciao Nadia Chaduc, se sei viva chiama al 3428-3218». «Mi chiamo Jocelyne Junie, sto bene e sono stata curata all’ospedale Renaissance, vorrei che i miei parenti mi raggiungessero con del cibo». Da un paio di giorni ha ripreso a funzionare la radio dell’Onu, Minustah Fm, grazie al lavoro dei tecnici di Radio France e TDF (Telediffusion de France).

Il centro di trasmissione della radio è situato nei pressi dell'aeroporto di Port-au-Prince. «In una situazione in cui solo qualche stazione radio ha potuto continuare a trasmettere fra le decine che sono state distrutte, la radio dell'Onu - afferma Radio France - diventerà un luogo aperto a tutti che raggruppa più di 25 giornalisti haitiani venuti da diverse stazioni. La radio propone un programma quotidiano per un pubblico haitiano, in francese e in creolo, denominato "Ensemble, avec Haiti"».

Ci sono molte radio haitiane che trasmettono anche da città statunitensi, come Radio Soleil d’Haiti da New York o Radyo Leve Kanpe disponibile in FM sia dal New Jersey sia da Inche nell’isola caraibica. Dalle frequenze di Radio Melodie in uno studio resistito al terremoto. Nei primi Anni Novanta la diffusione capillare di piccole radio, chiamate comunitarie, ha permesso la circolazione delle informazioni anche nei centri più poveri e isolati di Haiti.

Radio Haiti Inter, Montas è viva. Nella storia della radiofonia haitiana Radio Haiti Inter occupa un posto speciale. Nei giorni scorsi l’haitiana Michèle Montas, fondatrice con il marito Jean Dominique di Radio Haiti Inter e negli ultimi tre anni portavoce del segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, dopo essere data per dispersa i funzionari del Palazzo di Vetro hanno comunicato invece notizie rassicuranti sulle sue condizioni. L’esperienza d’informazione indipendente e democratica di Radio Haiti Inter, narrata nel film The Agronomist, ha accompagnato dal 1960 la travagliata storia della “Perla delle Antille”. Da radio di intrattenimento con l’arrivo di Jean Dominique, l’agronomo «che coltivava la mente del suo popolo», e di Michèle Montas si è trasformata in strumento di opposizione alla dittatura sanguinaria dei Duvallier e dei regimi militari corrotti susseguitisi. La prima emittente a comunicare in lingua creola, perché come ricordava Dominique «non siamo inglesi, non siamo francesi e tantomeno americani. Siamo haitiani».

Il “business rischioso” d’informare come lo definiva Dominique era diventato uno straordinario punto di riferimento per le aspirazioni democratiche dell’isola. L’omicidio, consumato nell’aprile del 2000 e a tutt’oggi impunito di Dominique, i numerosi attacchi alla Montas e la violenza crescente hanno costretto nel 2002 Radio Haiti Inter a chiudere i battenti. Chissà che dalle ceneri di questo devastante terremoto non possano ricominciare a vibrare anche le frequenze libere di questa radio.

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