di Gabriele Santoro
ROMA – Una scuola digitale nel cuore della periferia romana: a via Casetta Mattei esiste un luogo prezioso, che guarda con lungimiranza al futuro. Gli alunni della scuola primaria Fratelli Cervi sui banchi, oltre a libri, penne e quaderni, imparano a maneggiare e a studiare con i tablet. Una piccola rivoluzione culturale, ispirata dal maestro di religione Giuseppe Ciancaglini, appassionato di informatica.
Romano, cinquantatreenne, dal 1990 insegna nello stesso istituto comprensivo e ha trascinato i colleghi nel cambiamento. Prima si è formato, poi ha formato. «La mia proposta didattica si è arricchita - racconta -. Rendo più attrattivi gli argomenti trattati con la possibilità di mostrare mappe interattive, filmati, immagini. Con il fai-da-te abbiamo compiuto molta strada. All’inizio ho incontrato delle resistenze e scetticismo tra gli altri maestri. Poi sono rimasti coinvolti ed entusiasti, comprendendo la forza dell’innovazione».
Alla base della quale c’è un’attività di raccolta fondi efficace, che ha dotato la struttura dell’attrezzatura necessaria. In classe sono approdati i pc e oggi i tablet: tre laboratori mobili dislocati in ciascuno dei tre piani dell’edificio. I primi Jump Pc, appositamente ideati per le primarie, sono arrivati con l’adesione al progetto Pc in classe promosso da Olidata con il Miur. Mentre i tablet lo scorso anno con il finanziamento della Fondazione delle Casse di Risparmio di Roma.
Ci sono netbook da utilizzare come mezzi compensativi per chi soffre di difficoltà specifiche dell'apprendimento (dislessia, disgrafia, etc). Ciancaglini ha elaborato artigianalmente con Moodle una piattaforma didattica online, nella quale navigano i bambini, che contiene le lezioni, gli esercizi e altro materiale per lavorare anche da casa. Gli studenti operano con le applicazioni gratuite installate sui tablet. Utilizzano in particolare programmi di videoscrittura, applicazioni per la realizzazione di presentazioni, di mappe mentali o concettuali, programmi per la lettura dei testi o e-book.
Si fa educazione al social network, mediante l'esperienza di dialogo su forum moderati. Ogni alunno, dalla terza alla quinta elementare, ha un proprio account sulla piattaforma, e seguendo il modello della classe capovolta, mentre impara, partecipa allo sviluppo dei contenuti proposti. In una scuola socialmente molto stratificata e multietnica, che accoglie studenti soprattutto dalla zona di Corviale, si colma anche il divario digitale con i bambini che a casa non possono usufruire della connessione Internet.
«Non si tratta di un lavoro semplice, ma i piccoli sono molto recettivi - conclude il maestro -. Sono bravissimi nell’aspetto ludico, mentre ci vuole più tempo con le applicazioni degli strumenti didattici. L’uso del tablet in classe si rivela molto più funzionale delle lavagne multimediali, che non modificano l’approccio frontale. Ora l’obiettivo è di coinvolgere anche le prime e le seconde, per abituare da subito alla scrittura e alla lettura sui dispositivi elettronici».
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