di Gabriele Santoro
ROMA (3 settembre) - Ventiquattro squadre, duecentottantotto giocatori, ottanta partite, centottantre paesi collegati in tv (è irradiato per la prima volta anche il sub-continente indiano), trecentocinquantamila tagliandi venduti, quattro palasport all'avanguardia, una nazione ospitante come la Turchia che ha sete di grandezza e un'altra gli Usa che dopo sedici anni di astinenza (ultima volta nel '94 con il giovane Shaq O'Neal e Reggie Miller) vuole tornare a casa con la Coppa del mondo. Benvenuti alla Fiba World Championship 2010 che da domani, dopo la prima fase a gironi (4 gruppi da sei squadre), entra nel vivo con l'inizio degli ottavi.
Non ci sono state sorprese nei gironi a parte l'eliminazione della Germania priva di Nowitzki: gli Stati Uniti hanno dettato legge, in grande spolvero le rappresentative balcaniche Slovenia-Serbia e la Lituania, hanno tutt'altro che entusiasmato i campioni e i vice-campioni in carica di Spagna e Grecia ora rivali negli ottavi, bene la Turchia che non ha commesso passi falsi e resiste l'Argentina di Luis Scola anche se non c'è stato un ricambio dietro la generazione dell'oro olimpico Atene 2004, infine un tocco di Africa con l'insperata qualificazione dell'Angola. Un torneo dal risultato finale tutto da scrivere e l'ambito Naismith trophy con almeno quattro legittime pretendenti (Usa, Spagna, Serbia, Turchia).
Ad accendere le notti mondiali turche manca il cast delle stelle Nba: i vari Ginobili, Nowitzki, Pau Gasol, Tony Parker, Steve Nash insieme al Dream Team Usa (Bryant, Howard, Pierce etc) hanno dato forfait. Questo ha prodotto meno spettacolo e attenzione mediatica, ma ha aumentato l'equilibrio delle sfide e regalato il palcoscenisco a una nuova generazione di talenti che hanno ancora fame di conquistare il mondo. Non ci sono neanche le vuvuzela, protagoniste del mondiale sudafricano, vietate dalla Fiba e di loro non si sente la mancanza. Nelle strade di Istanbul si respira l'aria del grande evento: appaiono ovunque cartelli che ricordano il mondiale, le televisioni nei locali sono sempre sintonizzate sulle partite, tanti tifosi da tutto il mondo hanno abbinato una vacanza alla passione per il basket. Da segnalare l'autentica invasione di oltre seimila sloveni, rigorosamente sempre abbigliati in verde, popolo che vive di pallacanestro.
Prima e durante le partite della Turchia l'atmosfera nell'Ankara Arena è stupenda: il rosso e il bianco colorano tutti gli spalti, all'esecuzione dell'inno nazionale esplode una sola voce potente, una squadra giovane e zeppa di talento sul parquet, in panchina un tecnico straordinario e un uomo coraggioso come Bogdan Tanjevic (dt della Lottomatica Roma) che oltre a vincere con gli avversari in canotta lotta quotidianamente contro il cancro. Al momento l'Italbasket è lontana da questi palcoscenici. Uno spruzzo di Belpaese c'è con il tecnico Sergio Scariolo, che dopo aver regalato l'Europeo alla Spagna tenta l'assalto ai Mondiali.
Gli ottavi. La prima serie di partite a eliminazione diretta si terrà da sabato a martedì prossimo: tante sfide interessanti, due derby bollenti, qualche risultato scontato. Partiamo da qui: gli Stati Uniti avranno la strada spianata contro l'Angola, così come la Lituania del "milanese" Maciulis non dovrebbe avere problemi nel superare la Cina. Slovenia e Russia, a meno di cali di tensione e un giro a vuoto, toglieranno dal mondiale le rappresentative oceaniche della Nuova Zelanda che però nell'ultima partita del girone ha giocato uno scherzetto alla Francia e dell'Australia del play tascabile aborigeno Mills. Arriviamo ai derby. Sabato pomeriggio Serbia e Croazia alzeranno il sipario sugli ottavi. La vecchia Yugoslavia dei vari Bodiroga, Divac, Djordjevic, Danilovic capace di vincere tre delle ultime cinque edizioni del mondiale è un ricordo lontano. Serbia e Croazia presentano formazioni giovani con una covata di talenti in rampa di lancia. I serbi guidati in panchina dal veterano Ivkovic hanno vinto il girone con un basket di qualità sull'asse play-pivot Teodosic-Krstic, la sorpresa Savanovic e le certezze di Velickovic. I croati finiti quarti nel raggruppamento hanno un po' deluso: in ombra la stellina forgiata a Madrid da Messina Ante Tomic, a corrente alternata in regia Roko Ukic e una guida tecnica che non convince. L'altro derby è il classico sudamericano Argentina-Brasile. Si annuncia una battaglia spettacolare con la curiosità di un tecnico argentino Ruben Magnano, artefice dell'Argentina campione olimpica, sulla panchina carioca. Decisiva per il passaggio del turno sarà la sfida sotto canestro tra le rispettive stelle Luis Scola e Thiago Splitter. Spagna e Grecia sarà la riedizione dell'ultima finale iridata con un pronostico aperto. Entrambi le nazionali ora dovranno scoprire le carte e dare sostanza alle proprie ambizioni. Alla Turchia leader del girone è capitato un accoppiamento scomodo con la Francia di Nicolas Batum e Boris Diaw, squadra camaleontica per eccellenza capace di stendere la Spagna e poi scivolare con l'abbordabile Nuova Zelanda.
Numeri. Leader statistico della prima fase della competizione è il centro Nba dell'Argentina Luis Scola (in tre partite su cinque oltre i trenta punti): 29 punti (60% da2) e 8 rimbalzi in 34 minuti di media d'impiego. Negli Stati Uniti il giovane Kevin Durant conferma l'ottima stagione Nba e si candida a leader per il futuro del Dream team: 17.8 punti e 6 rimbalzi di media. Tra i primi cinque realizzatori troviamo anche tre candidati all'oscar di attori non protagonisti come il cinese Yi (comparsa nei Nets), l'iraniano Haddadi e il kiwi Penney (37 punti contro la Lituania). Migliori tiratori dalla lunga distanza il tedesco Jagla (13/20) e il serbo Rasic (15/25). La Serbia e gli Stati Uniti hanno l'attacco più prolifico con rispettivamente 93 e 91 punti a serata. La Turchia tira meglio di tutti dall'arco con il 41% ed è seconda nei rimbalzi dietro la Serbia, 42 a partita.
Nessun commento:
Posta un commento