Il Messaggero, sezione Tutta Roma Agenda pag. 52,
22 giugno 2014
di Gabriele Santoro
di Gabriele Santoro
ROMA – Lo immaginò come uno spazio libero con le porte fisicamente aperte. Intese smitizzare un luogo, considerato elitario, parlando a tutte le anime del quartiere Africano e alla città di Roma. Marcello Ciccaglioni volge lo sguardo al 1974, per ritrovare il senso dell'impresa indie Arion, che nel tempo si è imposta su scala nazionale. «La libreria Eritrea festeggia i quarant'anni - dice -. Allora rompemmo gli schemi. In poco tempo quel posto divenne un punto di riferimento culturale, tanto per l'intellettuale quanto per l'operaio, con lo scopo di aggregare. La libreria, ancora oggi, vive quando interpreta e mantiene la propria funzione territoriale».
Per i giovani del vicino Liceo Giulio Cesare ha rappresentato una meta fondamentale. La stessa scuola frequentata da Vittorio Occorsio. Il magistrato romano, trucidato il 10 luglio 1976 dal terrorista fascista Concutelli, era solito rifornirsi al banco di Piazza Esedra dell'allora ventenne libraio di strada Ciccaglioni. Un'amicizia dalla quale prese corpo il sogno di vendere libri con un tetto sopra la testa. Mercoledì, dalle 19 alle 22, l'Eritrea (sita nell'omonima via al civico 72) accoglierà amici, clienti storici e la nuova generazione di lettori per un compleanno in grande stile. Nell'occasione si potranno trovare volumi, dischi e film usciti nel 1974.
Le difficoltà crescenti delle librerie indipendenti, molte sempre più spesso costrette ad abbassare la saracinesca, si leggono nel drastico calo dei consumi culturali. Più preoccupante per i librai dell'affermarsi del commercio elettronico o dell'e-book. «Non possiamo concepire, da qui a qualche anno, città prive di librerie - prosegue -. Sono luci che illuminano i quartieri. Il segreto del nostro mestiere consiste nel costruire una complicità con il lettore; un legame sociale che su Amazon non puoi acquistare. Negli Stati Uniti la fetta di mercato degli e-book si è ormai stabilizzata al 20%. Il cartaceo rimane essenziale: dall'Eritrea lanciamo un messaggio di fiducia e speranza».
Le difficoltà crescenti delle librerie indipendenti, molte sempre più spesso costrette ad abbassare la saracinesca, si leggono nel drastico calo dei consumi culturali. Più preoccupante per i librai dell'affermarsi del commercio elettronico o dell'e-book. «Non possiamo concepire, da qui a qualche anno, città prive di librerie - prosegue -. Sono luci che illuminano i quartieri. Il segreto del nostro mestiere consiste nel costruire una complicità con il lettore; un legame sociale che su Amazon non puoi acquistare. Negli Stati Uniti la fetta di mercato degli e-book si è ormai stabilizzata al 20%. Il cartaceo rimane essenziale: dall'Eritrea lanciamo un messaggio di fiducia e speranza».
Ciccaglioni è scettico anche sul modello della libreria bistrot: «Così viene a mancare la qualità. Voglio continuare a fare il mio lavoro, consapevole della necessità dell'ammodernamento del sistema. Piuttosto riportiamo i testi sulla strada con i banchi fuori dalle librerie come in Francia». La sfida nota è quella dell'ampliamento del cosiddetto zoccolo duro di lettori (6.3% della popolazione legge almeno dodici libri all'anno) che alimenta il mercato editoriale nostrano: «In questi anni abbiamo colpevolmente trascurato la scuola. Si riparte da lì: dobbiamo ricreare un rapporto con gli insegnanti e riportare i libri nelle aule».
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