di Gabriele Santoro
ROMA (26 dicembre) – Nella sfida più attesa del Natale griffato Nba i “Big Three” dei Miami Heat spazzano via 80-96 dei Lakers e un Kobe Bryant (17 punti con 19 tiri) irricoscibili. Allo Staples Center di Los Angeles vanno in scena le prove tecniche di una successione tanto attesa: Dwayne Wade (18 punti, 6 assist), Chris Bosh (24 punti, 13 rimbalzi) e un LeBron James da tripla doppia (27 punti, 11 rimbalzi, 10 assist) stregano Hollywood con un’energia e un talento straripante. La chiave della quattordicesima vittoria nelle ultime quindici partite degli Heat è la difesa solida in cui ognuno è pronto a fare la propria parte e qualcosa di più per aiutare un compagno. In attacco non fanno schierare gli avversari con una parola d’ordine: correre in transizione. Il trio d’assi della franchigia di South Beach si spartisce equamente le soluzioni e il bottino offensivo. Una partita tutt’altro che spettacolare disputata su ritmi europei con basse percentuali al tiro (35.5% Lakers, 40% Heat) e pochi effetti speciali, ma che offre più di un’indicazione sui futuri equilibri nella Lega statunitense.
I 556 dollari di costo medio del biglietto per l’evento natalizio clou dello sport americano non sono stati ricompensati da una Los Angeles apparsa in tono decisamente dimesso. Davanti alla solita parata di stelle del cinema, da Dustin Hoffman a Cameron Diaz, e a una platea televisiva globale i Lakers appaiono svuotati tanto fisicamente quanto mentalmente, come appagati dai tanti recenti trionfi. Il “Black Mamba” Bryant gira a vuoto, battuto sistematicamente nell’uno contro uno da Wade. Gasol (8/17 dopo lo 0/7 del primo periodo) non è un fattore in attacco, mentre il furore agonistico di Artest viaggia a intermittenza. «Il mio ritiro? Certo che penso a cosa farò dopo, ma non è dietro l’angolo. Non gioco per attirare l’attenzione, ma per vincere». Così parlava Kobe alla vigilia della partita. Parole chiare da cui deve ripartire il faro della franchigia alla ricerca del terzo titolo consecutivo.
L’orchestra ricca di solisti sopraffini pensata in estate da Pat Riley e affidata alla guida del delfino Rick Spoelstra ha voglia di suonare insieme ed è una musica coinvolgente. Un tratto comune al trio di fenomeni di Miami è la fame di successi per la quale sono disposti a sacrificarsi. A partire da “King” James che in sei mesi ha rivoluzionato la propria vita e carriera con l’addio al veleno alla natia Cleveland e ha in testa solo l’anello. Lo scorso due dicembre proprio sui legni dei Cavs è iniziata la cavalcata degli Heat: 38 punti segnati da LeBron con il sorriso sulle labbra, in un mare di fischi e insulti degli ex tifosi, hanno archiviato un avvio di stagione complicato. Buone notizie arrivano anche da Chris Bosh, sempre più a proprio agio nei panni del terzo violino. «In difesa abbiamo fatto un ottimo lavoro - ha spiegato il leader Wade - soprattutto sotto canestro dove i ragazzi hanno controllato Odom e reso la vita difficile a Gasol. La battaglia con Kobe? È uno dei migliori e sono un competitore come lui. Ma sul campo ho vinto io: è il mio regalo di Natale».
La partita. Alla palla a due la premiata ditta Bryant-Odom dà il benvenuto al parterre hollywoodiano con uno spettacolare alley-oop. Il veterano Derek Fisher infila una delle sue triple mancine per la buona partenza Lakers, 7-2. Miami non si fa impressionare: James risponde a Fisher, Chris Bosh (9 punti, 6 rimbalzi) punisce gli spazi concessi da L.A. Il secondo siluro di LeBron lancia la prima fuga, 10-17. Kobe Bryant sbatte contro il muro difensivo costruito da coach Spoelstra, mentre Pau Gasol dà l’istantanea di un attacco improduttivo (0/9 al tiro per i due, 5/18 per i Lakers al 12’).
La leadership esplosiva di Dwayne Wade indica la strada a Miami: difendere forte e volare in transizione. Il numero 3 è un rebus insolubile per la difesa losangelina. Alla fine del primo periodo i “Big Three” segnano 19 dei 20 punti complessivi della franchigia di South Beach. Nel secondo periodo il copione non cambia: Wade domina uno spento Bryant che con Gasol colleziona un desolante 1/13 al tiro. Lionel Chalmers sfrutta a dovere dalla lunga distanza gli assist della coppia Wade (10 punti, 5 assist)-James (11 punti) per il massimo vantaggio, 20-33 al 16’. Ron Artest prova a scuotere moralmente i gialloviola, ma Chris Bosh (18 punti) è una sentenza, 38-47 al 24’.
Al rientro dall’intervallo lungo si attende una reazione almeno emotiva dei Lakers, che invece continuano a subire l’intensità e i ritmi dettati da Miami. King James si diverte, è perfetto dall’arco (5/5 da3) e sottolinea ogni canestro con sguardi di sfida. Wade innesca divinamente Bosh (20 punti, 10 rimbalzi) e il risolutivo LeBron (21 punti). Sulla sirena del terzo periodo Chalmers rimanda il colpo del ko definitivo, 64-75 al 36’. Lamar Odom (14 punti) è l’ultimo ad alzare bandiera bianca, ma Los Angeles non ha le energie fisiche e mentali per restare dentro la partita. L’attore non protagonista Jones piazza la tripla dell’89-70 che fa calare il sipario sull’incontro chiave del Natale Nba e accende la stagione.