sabato 15 ottobre 2011

Le mille anime degli "Indignados"

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di Gabriele Santoro

ROMA - La caratteristica e la volontà del movimento riassunto nel nome generico “Indignati”, sotto cui vanno realtà estremamente eterogenee e anche distanti, è di essere “leader less”. L’atipicità di questa partecipazione così variegata e frammentata si rifletterà nella manifestazione di domani, che si annuncia imponente. Il web inquadra le diverse anime e i vagiti di una protesta spontanea con lo sguardo rivolto a sinistra e al futuro nel rifiuto di una qualsiasi rappresentanza politica costituita. «I partiti politici non sono invitati all'azione mondiale di Protesta del 15 ottobre. Per il semplice fatto che loro stessi sono una grossa parte del problema», si legge sul profilo Facebook di Italian Revolution.

In queste giornate calde la Rete ha catalizzato pensieri, condiviso le ragioni della piazza reale, esteso le adesioni e descritto modalità di azione diverse. A essere comune è Il lessico della protesta: basta delegare le scelte a chi non ci rappresenta, rottura con il sistema economico che ha condotto alla crisi, restituire il futuro a una generazione di “bamboccioni” per forza.

«Ci hanno definito generazione senza contenuti, adesso sveglia, fuori gli attributi. Il futuro ci appartiene, spezza le catene di questo sistema che non ti sostiene. Spegni la televisione, scendi in strada qualcosa si muove. Una spinta dal basso per una nuova realtà», parole e musica del pezzo World Revolution di Josa&Cizeta feat Dily.

A piazza San Giovanni, dove si concluderà il corteo (partenza ore 14 Piazza della Repubblica), non ci sarà un palco, anche perché troppo costoso. Sono previsti alcuni però alcuni spazi in cui parleranno persone che vivono in prima persona la crisi dal lavoratore cassaintegrato Fiat al ricercatore universitario senza dimenticare il popolo dei precari della scuola. I partiti non resteranno fuori dalla mobilitazione. L’Italia dei Valori ha annunciato la propria adesione, come già fatto in precedenza da Sel, Federazione della Sinistra, Verdi e ci sarà una rappresentanza dei giovani del Pd.

Tutti “Indignados”? In queste ore l’etichetta degli Indignati non restituisce l’origine e la reale coesione di un movimento che ha trovato una sintesi nella data del 15 ottobre, ma che ha storie e scelte diverse. «All’inizio con le altre realtà ci eravamo proposti di dialogare - spiega Chiara Moncada, Movimento Indignati gruppo San Giovanni (Italian Revolution), da mesi seguono Indignatos spagnoli - con le piattaforme “Roma Coordinamento Bene Comune” e “Uniti per l’alternativa”. Purtroppo nelle assemblee per un’organizzazione comune non si è riusciti ad avere la “quadra”. Non è stata data la stessa importanza e centralità al discorso del rifiuto di qualsiasi forma di protesta violenta. Anche se la piattaforma della manifestazione è assolutamente pacifica».

Come interverrete al corteo? «Domani una parte di noi parteciperà al corteo senza bandiere - prosegue Chiara - con il Coordinamento nazionale famiglie dei disabili gravi, colpiti dai tagli del governo, e altre realtà sociali. L’altra sarà direttamente a San Giovanni ad allestire la piazza per l’assemblea popolare sotto la statua di San Francesco. La speranza è che non ci sia alcun tipo di incidenti. L’intenzione non è di forzare l’accampamento dopo la manifestazione. La nostra proposta non si esaurisce nella protesta».

Nella mappa pubblicata da Italian Revolution - Democrazia Reale s’invita espressamente a evitare la “zona rossa” di Montecitorio “come di scarso interesse e si sconsiglia di avvicinarsi”.

Da Bologna arriverà una forte partecipazione, circa trenta pullman, e a Piazza Nettuno è sorto il primo nucleo della protesta simil spagnola. «È cominciato tutto il 20 maggio con un presidio di solidarietà ai nostri coetanei spagnoli - dice Elena Liborio, studentessa bolognese ventiduenne del Dams - che hanno dato un volto nuovo alla protesta di un’intera generazione. All’inizio abbiamo attirato più l’attenzione dei ragazzi Erasmus, poi l’accampamento diurno e notturno è cresciuto con uno zoccolo duro sempre presente. Siamo andati avanti per un mese con assemblee, workshop». «La realtà bolognese è molto frammentata - continua Elena - ed è stato complicato creare un’interazione. E ci siamo interrogati sul reale peso politico della nostra lotta. I riferimenti sono stati con i collettivi universitari, i centri sociali e i sindacati di base, soprattutto Cobas e Cub, ma non c’è stata un’integrazione completa. La data del 15 ottobre è stata un collante».

Atenei in rivolta. Gli studenti universitari saranno una grossa fetta dei partecipanti alla manifestazione. «Il nostro movimento è nato sull’Onda delle proteste nel 2008 - racconta Marta dell’organizzazione studentesca Atenei in Rivolta, studentessa della Sapienza - L’organizzazione degli studenti si è diffusa in molti atenei e domani è prevista una partecipazione massiccia da tutta Italia. La piattaforma del 15 ottobre? Abbiamo preso parte all’assemblea "Roma Bene Comune" e intendiamo avvicinare le nostre lotte a quelle dei lavoratori e altri soggetti che stanno pagando il debito prodotto dal governo delle banche». L’intenzione del movimento degli indignati non segue quella lanciata da voi “Yes, we camp”. «Piazza San Giovanni è lontana dai palazzi che contano, dove si decide. Non è sufficiente una sfilata della sinistra che si esaurisca nello spazidi o di un corteo. Serve una mobilitazione permanente che costruisca un percorso collettivo e partecipativo. Vediamo come evolverà la giornata», conclude Marta.

Il corteo, dai cassaintegrati di Mirafiori ai precari della scuola, raccoglierà la frustrazione dei lavoratori colpiti dalla crisi. «Mancherà per una scelta politica la Cgil - spiega Enrico Bernocchi, Cobas - ma noi e la Fiom rappresenteremo una parte consistente del mondo del lavoro, vittima principale della speculazione finanziaria. Era dall’inizio della guerra in Iraq che non riuscivamo a coinvolgere un campo così ampio di forze». Il movimento non è troppo frammentato? «Piuttosto direi variegato, ma l’idea di fondo è unica: cambiare su scala globale l'attuale sistema». Come conciliare il rapporto con gli studenti. «Innanzitutto precisiamo che il corteo partirà dalla Sapienza, ma confluirà in quello comune a Piazza della Repubblica. Durante la manifestazione sfileranno accanto alla delegazione Fiom. Alla base c'è un dialogo costruttivo. Prevenire eventuali incidenti? Il nostro appello parla chiaro: una manifestazione di massa e pacifica».

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