mercoledì 5 ottobre 2011

Nba, stop alle trattative: salta la preseason e migrano le stelle

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=165429&sez=HOME_SPORT

di Gabriele Santoro

ROMA - La riunione chiave, durata oltre cinque ore, per salvare l’ultimo scorcio della prestagione e l’avvio del campionato Nba si è risolta in un nulla di fatto. Le stelle milionarie, da Bryant a Wade, che da giorni sfilano al Waldorf Astoria hotel di Manhattan e i proprietari, rappresentati dal commissioner David Stern, non hanno trovato l’accordo sul come dividere l’immensa torta di ricavi (4 miliardi di dollari per anno) della lega cestistica statunitense. E non è stata fissata una data per la ripresa dei colloqui. L’ultima offerta formulata a sorpresa dai proprietari è stata una spartizione al 50% degli introiti (il precedente accordo collettivo era 57%-43% in favore dei giocatori), ricevendo in risposta un altro no.

In questa momento l’unica certezza è che si tratta di un gioco a perdere per tutti: incassi mancati per le franchigie, giocatori bloccati (non possono allenarsi con i rispettivi staff tecnici e usufruire delle strutture delle squadre, è vietato parlare con gli allenatori della propria squadra, gli stipendi sono congelati) e gli appassionati privati di uno show sportivo che catalizza l’attenzione su scala globale. Secondo le stime dell’Nba solo il taglio della prestagione ha prodotto una perdita tra i 175 e i 200 milioni di dollari, mentre la mancata partenza a novembre produrrebbe un rosso quantificabile in centinaia di milioni.

«Abbiamo mostrato la volontà di trattare - ha spiegato Derek Fisher, presidente dell’associazione giocatori - e ci siamo detti disposti a scendere dal 57% al 53% nella percentuale dei ricavi che ci è dovuta e per la Nba sarebbe un risparmio di un miliardo di dollari in sei anni. La nostra proposta non è stata accettata, al di sotto di quella cifra non possiamo scendere. Siamo consapevoli che questa contrapposizione produrrà un’annata a macchia di leopardo».

L’idea che sostiene la posizione del sindacato giocatori, sotto l’influenza delle potenti agenzie che li rappresentano, è elementare: il nostro talento e l’attitudine allo spettacolo sono il motore di tutti i ricavi e quindi ci spetta la fetta più grossa. Inoltre c'è il timore che la sottoscrizione al ribasso di un accordo a lungo termine li tenga fuori dalla crescita esponenziale che il business Nba può avere nei prossimi anni.

David Stern, memore dei danni prodotti dalla serrata nella stagione 1998/99 quando si giocarono solo 50 partite, con Adam Silver e il proprietario dei San Antonio Spurs ha tentato di calare l’ultimo asso con il concetto di una divisione esattamente a metà del denaro fatturato. Dopo una riflessione in stanze separate delle due parti sull’offerta è arrivata la resa.

«È stata una giornata intensa, ma non abbiamo fatto i progressi che ci attendevamo e le negoziazioni sono state bloccate. Cancelleremo le 43 gare restanti della prestagione e se entro lunedì (praticamente impossibile, ndr) non ci sarà una svolta salteranno le prime due settimane del campionato», ha annunciato Stern. E non è stato neanche affrontato l’altro tema scottante della ristrutturazione del tetto salariale con gli agenti che hanno fatto pressione per non abbassare i livelli massimi con cui sono retribuiti i top player.

Le stelle Nba in Europa. Dopo le seconde linee, ovvero gli atleti senza contratti in essere o garantiti, il prolungarsi della situazione di stallo sta convincendo anche gli uomini copertina dell’Nba a trovare una sistemazione da quest’altra parte dell’oceano. L’ultimo in ordine di tempo è stato il francese Tony Parker che ha ufficializzato il ritorno all’Asvel Villeurbanne, di cui è azionista, pagando di tasca propria il costo dell’assicurazione. Il russo Andrei Kirilenko, bandiera degli Utah Jazz, è tornato alla base, il Cska Mosca, firmando un triennale con Nba escape e devolvendo l’ingaggio in beneficenza. I fratelli Gasol potrebbero iniziare ad allenarsi con il Barcellona in cui sono cresciuti.

La durata della serrata è destinata a cambiare gli equilibri della stessa Eurolega, che diventa la manifestazione più importante grazie all'abbondanza di fuoriclasse. In Italia, dopo l’approdo di Gallinari a Milano e le sirene per Andrea Bargnani, l’attenzione è rivolta all’evolversi dell’affaire Bryant. «Ancora sono indeciso sull’offerta della Virtus. Non è una trattativa semplice, l’attuale stallo mi dà tempo per pensare. Quante possibilità ci sono che venga in Italia? Mica sarete degli scommettitori». Poi la benedizione di Stern, che però mastica amaro. «È un suo diritto andare a cercare altre opportunità, facendo attenzione alla condizione fisica e spero che poi torni presto da noi».

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