http://www.ilmessaggero.it/sport/basket/nba_miami_cade_in_gara_5_boston_a_un_passo_dal_titolo/notizie/200620.shtml
di Gabriele Santoro
«Voglio il Garden come una giungla più rumorosa che mai», appunta su Twitter Paul Pierce (19 punti, 2/5 da3). Ed è proprio “The Truth” a piazzare la giocata decisiva: Rondo porta via il raddoppio difensivo di Shane Battier, Pierce sfida in isolamento James, per poi arrestarsi sulla linea dei tre punti ed infilare a 52”9 dalla sirena finale la tripla che gela gli Heat, 86-90.
Le reazioni. «In avvio ci hanno aggredito con una bella energia e ho detto ai miei ragazzi di tenere botta, di non reagire al loro ritmo perché la partita sarebbe stata lunga e avremmo giocato meglio. Ma non abbiamo conquistato ancora nulla e non ci regaleranno niente», spiega Doc Rivers. Boston può concedersi il lusso di un Rajon Rondo da 3/15 per quanto sia una fonte gioco (13 assist, + 11 di plus/minus) inesauribile e insostituibile. Ray Allen (2/9) soffre, mentre dalla panchina si alza un Mickael Pietrus (13 punti, 5/8) determinante. Il ragazzone francese conclude l’azione più spettacolare della gara: Wade vola in cielo a stoppare la schiacciata di Bass; il geniale Rondo prima di cercare la palla guarda la posizione di Pietrus e trasforma un tocco di mischia in un assist stupendo per l’ala che non sbaglia la tripla. Probabilmente l’avventura, sbocciata all’ombra del Colosseo nel 2007, dei Celtics targati Garnett-Allen-Pierce è all’ultimo giro per questioni di pura anagrafe, ma risulta davvero difficile abituarsi all’idea di non vedere più una pallacanestro così organizzata ed intensa.
«Come per un boxeur è il momento di tornare all’angolo, stringerci e appoggiarci uno sull’altro. Possiamo contare solo su noi stessi e tutto dipende dal nostro atteggiamento». Coach Erik Spoelstra si affida alla psicologia, ma il problema degli Heat è prettamente tecnico: la difesa dei Celtics, che li costringe a un eloquente 33% al tiro e a troppe forzature dalla lunga distanza (7/26 da3), scombina i piani dei “Big-Two” (21/47 dal campo e 6 palle perse complessivamente) e il cast di supporto non offre garanzie. Il rientrante Chris Bosh, rimasto a sedere nell’ultimo quarto, sfiora solo la doppia cifra (9 punti, 7 rimbalzi) come tutti i suoi compagni, esclusi Wade e James. Il controllo dei rimbalzi (49-39) non distribuisce dividendi offensivi.
La partita. Miami approccia meglio gara cinque con James subito protagonista (a segno con 7 dei primi 16 punti degli Heat). L’ingresso di Bosh riscalda l’American Airlines Arena e l’ala pivot ripaga il calore con un gioco da tre punti, canestro più libero aggiuntivo, per il + 11 (fino al massimo di +13), 24-11 al 10’. Nel secondo periodo Allen suona la sveglia con Garnett che apre lo show personale per il -2, 42-40. Wade non pervenuto (7 punti). Al rientro dall’intervallo lungo inizia a carburare Pierce, mentre James s’impantana nelle difese miste di Rivers. A 2” dalla terza sirena dell’incontro Dooling firma la tripla del + 5 Celtics, 60-65 al 36’. Dopo il contro sorpasso di James, 74-72, Wade si prende tutte le responsabilità in attacco: dal layup del +6 a quello del pareggio, 85-85. Pietrus è glaciale con due triple da ko, come il suo leader Pierce, 86-90. James e Chalmers invece trovano il ferro e per gli Heat è notte fonda.
Finali
Est: Miami Heat-Boston Celtics 2-3
Ovest: San Antonio Spurs-Oklahoma City Thunder 2-3
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