http://www.ilmessaggero.it/sport/basket/durant_trascina_oklahoma_city_vittoria_in_gara_uno_della_finale_nba/notizie/202109.shtml
di Gabriele Santoro
ROMA
– Il ventitreenne Kevin Durant, la stella più luminosa nel nuovo corso
dell’Nba, non tradisce l’emozione dell’esordio assoluto in una finale
per il titolo e, assistito dalla prova strepitosa
dell’adrenalinicoplaymaker Russell Westbrook (27 punti, 11 assist, 8
rimbalzi, +14 di plus/minus), trascina, 105-94, i Thunder nel primo
episodio della sfida contro Miami per l’anello più prezioso.
La Chesapeake Energy Arena di Oklahoma City è un catino ricco di
entusiasmo, passione e produce un tifo che fa la differenza (zero
sconfitte casalinghe nei playoff). E Durant non si lascia sfuggire
l’occasione per esaltarli: nell’ultimo periodo segna 17 (6/10) dei suoi
36 punti (12/20 con 4/8 da3) complessivi ed è l’artefice della rimonta
da un pesante -13. Nel secondo tempo la coppia di esterni che fa sognare
OKC mette a referto 41 punti, uno in più di tutta Miami. Agli Heat, che
ricevono messaggi incoraggianti dai comprimari Battier (17 punti, 4/6
da3) e Chalmers (12 punti, 5/7, 6 assist), non basta un LeBron James che
registra il miglior bottino (30 punti, 11/24 al tiro, 9 rimbalzi, 4
assist) personale in una gara di finale.
«All’inizio eravamo un po’ nervosi e abbiamo impiegato del tempo prima
di indossare i nostri abiti. I miei compagni hanno il fuoco dentro: ci
siamo passati benissimo la palla senza smettere di attuare la nostra
pallacanestro. Sarà una battaglia lunga, ma proveremo sempre ad
assecondare la richiesta del coach di essere intensi e lavorare duro in
ogni situazione», spiega Durant. Oklahoma cambia il volto della partita
nella ripresa, quando cresce esponenzialmente l’intensità difensiva
(ottimo Sefolosha su James) che si riflette anche nella qualità
offensiva (58-40 il parziale dei secondi 24’). Westbrook (3/10
all’intervallo lungo) dà la carica in regia, alza i ritmi sfruttando le
proprie straordinarie doti atletiche ed è la spalla necessaria a Durant.
L’aggressività e la fisicità consente ai Thunder di controllare i
rimbalzi (43-35) con l’apporto fondamentale del veterano della
franchigia Collison (8 punti e 10 rimbalzi in 21’ d’impiego). I campioni
della Western Conference chiudono con il 52% al tiro senza pagare la
bassa percentuale di realizzazione dalla lunga distanza (5/17, 1/7 al
netto di KD).
«Nell’ultimo quarto non hanno sbagliato nulla - sottolinea James -.
Abbiamo rispettato il piano gara con una partenza decisa, ma la
differenza specialmente in attacco l’hanno fatta loro nella terza
frazione». «Quando non difendiamo si creano poche opportunità - aggiunge
coach Spoelstra -. Sono stati bravi a prendere con i muscoli l’area dei
tre secondi. Questo ko è già alle spalle, anche se ci eravamo messi
nelle condizioni per vincerla». Dwayne Wade (19 punti, 7/19, 3 palle
perse), come nella finale di Conference, non trova l’usuale continuità
offensiva. Chris Bosh (10 punti, 4/11) ha un minutaggio importante (33
minuti) e dalla panchina è l’unico elemento su cui punta Spoelstra che
opta per una rotazione ridotta sostanzialmente a sei giocatori. Gli Heat
tirano con il 46% dal campo e confezionano 20 assist.
La partita. La franchigia di South Beach parte subito
forte con uno stratosferico 83% nelle soluzioni dalla lunga distanza
grazie agli scatenati Battier e Chalmers (5 triple in due), 2-10. Durant
(8 punti, 2/2 da3) risponde, ma i compagni (1/6 dal campo) non lo
seguono. Bosh spinge Miami al +11, 13-24 al 9’. Oklahoma non ingrana e
per James (14 punti all’iintervallo) è semplice mantenere il vantaggio
oltre la doppia cifra, 43-54 al 23’. KD inchioda una schiacciata
spettacolare, che infonde coraggio, e OKC inizia a sbucciarsi le
ginocchia in difesa. Westbrook va con il layup del 47-54 e accende il
pubblico con un doppio tecnico che lo galvanizza. L’inerzia gira verso i
Thunder che aprono il terzo periodo con un break di 13-5, favoloso
Sefolosha, per il pareggio, 60-60 al 29’, e la palla circola a
meraviglia. LeBron prova ad assopire gli entusiasmi, ma Westbrook ormai è
incontenibile: canestro più libero aggiuntivo per il sorpasso, 74-73 al
36’. Poi va in onda il Durant show: infila in tutti i modi possibili 13
dei 19 punti che scavano il divario decisivo, 93-83 a 3’35 dalla sirena
conclusiva. James ne mette solo uno nei primi 9’ dell’ultimo quarto e
Collison libera la gioia con la schiacciata (assist di Durant) della
sicurezza, 99-92 quando manca un 1'20.
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