http://www.ilmessaggero.it/sport/basket/nba_strepitoso_lebron_james_miami_vince_costringe_boston_a_gara_sette/notizie/201084.shtml
di Gabriele Santoro
Magic LeBron. «Ragazzi - dice Doc Rivers rivolgendosi alla stampa - spero che ora la smettiate di definire James come un giocatore non determinante nelle partite decisive. Stasera è stato speciale. Non possiamo fare altro che dormirci sopra, per poi giocarci le nostre carte all’American Airlines Arena».
Almeno per le prossime quarantotto ore il coach dei Celtics può starne certo. Gli Heat si affidano anche alla scaramanzia cambiando i colori della canotta, ma quando il Prescelto riesce ad esprimere ed imporre così il proprio strapotere, innanzitutto atletico, qualsiasi ostacolo diventa superabile. «In un’atmosfera del genere chiunque vorrebbe indovinare la migliore prestazione possibile. Ho risposto presente per i miei compagni. Si trattava di un test difficile ed è confortante vedere il modo in cui ci siamo rialzati dopo l’ultima sconfitta casalinga», spiega James.
Il rientro con un minutaggio sostanzioso di Chris Bosh (oltre 28’ d’impiego, 7 punti, 6 rimbalzi e 3 stoppate) restituisce agli Heat una dimensione nell’area dei tre secondi. Dwayne Wade (17 punti, +23 di plus/minus) chiude il cerchio dei “Big-Three” ritrovati con una prova discreta. Miami controlla i rimbalzi (44-34) e tira con il 48.7%. James (il suo primo errore arriva dopo un 12/12) smonta anche le statistiche (15 ko nelle ultime 16 uscite degli Heat al Garden) segnando in tutti i modi e da tutte le posizioni: schiaccia da rimbalzo difensivo conquistato, passo indietro e tiro in sospensione, infila triple con la mano del difensore in faccia e rimedia anche agli errori degli altri con tap-in ad altezze improponibili.
Boston non ha argini da frapporre tanto in difesa quanto in attacco: Paul Pierce (9 punti, 0/6 da3), mattatore dell’episodio precedente, litiga con il ferro; Ray Allen (10 punti, 1/3 da3) è ancora alla ricerca del suo tiro; Kevin Garnett torna sulla terra (12 punti, 5 rimbalzi) e Rondo (21 punti, 10 assist, 7 palle perse) viaggia a corrente alternata. I Celtics sono privi di soluzioni dalla lunga distanza (1/14 da3) e la difesa, chiave dei successi nella serie, non riesce a fermare l’onda anomala di South Beach. «Eravamo consapevoli che non ci avrebbero regalato nulla ed è normale quando raggiungi questo livello. Ma lotteremo fino all’ultima sirena, perché nel nostro spogliatoio non si arrende mai nessuno», ricorda Garnett.
La partita. L’impatto di Miami è subito rilevante: due triple consecutive della coppia Battier-Chalmers e una schiacciata ad alta quota di James, che inizia lo show personale (12 punti in 10’), 12-22. Boston offensivamente non esiste e il vantaggio degli Heat varca presto la doppia cifra, 25-40 al 18’, con il ventiduesimo punto di LeBron. Chalmers respinge l’accenno di reazione di Rondo e Wade fissa il + 13 all’intervallo lungo, 42-55. Bass si scuote con un’inchiodata a canestro, Pierce va con il layup del -10, 50-60, ma il dominio della stella di Miami è frustante per gli avversari: recupera una palla in difesa, vola in contropiede e serve un assist d’oro per Chalmers che non sbaglia da tre, 52-67. Poi James si rimette in proprio con l’ennesimo tiro in sospensione e una tripla, malgrado la difesa di Bass, 59-72. In apertura dell’ultimo periodo la prima fiammata di Wade e il triplista Battier scavano il solco definitivo, 63-81 al 38’. La mente di tutti è già rivolta alla settima sfida, mentre James si gode la passerella
meritata.
Finali
Est: Miami Heat-Boston Celtics 3-3
Ovest: San Antonio Spurs-Oklahoma City Thunder 2-4
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