martedì 22 maggio 2012

Nba, Oklahoma elimina i Lakers e vola in finale

http://www.ilmessaggero.it/sport/basket/basket_nba_oklahoma_elimina_lakers_e_va_in_finale_con_san_antonio/notizie/197743.shtml

di Gabriele Santoro



ROMA – I Los Angeles Lakers archiviano la prima stagione dell’era post Phil Jackson con una sconfitta pesante, 106-90 per il 4-1 della serie, nella forma e nella sostanza: Russell Westbrook (28 punti, 12/25 dal campo, 4 assist, +25 di plus/minus) e Kevin Durant (25 punti, 10 rimbalzi, +25 di plus/minus) trascinano Oklahoma alla seconda finale consecutiva della Western Conference e volano a prendersi un futuro che sa già di presente. «Siamo tornati dove eravamo lo scorsoanno: ora vogliamo salire il gradino successivo», dice Durant. Domenica scatterà l’attesa finale ad Ovest con i formidabili San Antonio Spurs della coppia Parker-Duncan: una sfida molto interessante dalla quale probabilmente uscirà la squadra campione Nba 2012.

Kobe Bryant (42 punti, 18/33 al tiro), da tradizione, è l’ultimo ad arrendersi, ma predica coraggio e intensità nell’attuale deserto emotivo losangelino. «Sono una squadra esplosiva: nel volgere di pochi minuti ci hanno stordito e non siamo stati in grado di rialzarci», sottolinea il numero 24. Quando la lotta si fa dura le torri Bynum (10 punti, 4/10, 4 rimbalzi) e Gasol (14 punti, ma solo 4 nella ripresa, 5/14 dal campo, 16 rimbalzi) si astengono.

«Correre, correre e correre»
è il verbo dei Thunders e non potrebbe essere altrimenti, quando da rimbalzo difensivo conquistato aprono la transizione due atleti, prima che cestisti, del calibro di Durant e Westbrook. Ma Oklahoma non è solo loro: la panchina produce 35 punti contro i 5 di quella gialloviola. Oltre al miglior sesto uomo Nba, Harden (17 punti), la verticalità dello stoppatore Ibaka (8 punti, 6 rimbalzi, 3 stoppate), la duttilità europea di Sefolosha e la stazza fisica di Perkins creano quintetti dinamici, in grado di sopperire alle pause, poche e fisiologiche, dei “big-two”.

La partita. «Oklahoma ha fatto un lavoro eccellente per l’intera serie, aggiudicandosi gli scontri conclusi in volata. Oggi abbiamo semplicemente buttato dalla finestra quanto di buono costruito nelle prime tre frazioni», ammette coach Mike Brown. E come dargli torto? I Lakers restano a galla per trentasei minuti, prima di cedere rovinosamente. E senza gli effetti speciali del “bad boy” Metta World Peace, fallo antisportivo sull’ex Biella Sefolosha e due tecnici per proteste (4 liberi per i Thunder), avrebbero chiuso avanti all’intervallo lungo, 54-51. Bryant va al riposo con 19 punti a referto e una schiacciata in reverse che strappa applausi a tutti. L.A. prova ad accendere i propri lunghi, il deludente Bynum e Gasol, e controlla il contropiede letale di Oklahoma.

Westbrook, play classe ’88 di Long Beach con la canotta numero 0 e un look sempre eccentrico, spacca la partita al tramonto della terza frazione: una palla recuperata a centrocampo si trasforma nella magia che incanta i Lakers. Russell intercetta un passaggio morbido e scolastico di Sessions, scappa in contropiede e beffa il tentativo di fallo con un gioco da tre punti incredibile, 73-70. L’ambiente si carica e i due leader si calano nella parte: Westbrook (10 punti nel terzo quarto) segna da qualunque posizione e in qualunque modo, mentre Bynum pasticcia, 83-77 al 36’. Sessions con Bryant in panchina combina guai, che in apertura dell’ultimo periodo Durant punisce: due triple a segno nell’arco di 32” e Los Angeles è al tappeto, 91-77 al 38’.

Celtics avanti. Nella Eastern Conference Boston ipoteca la qualificazione alla finale, dominando, 101-85, il quinto episodio della serie con i Sixers di Philadelphia. I Celtics scappano nella terza frazione con il protagonista che non ti aspetti: l’ala Brandon Bass, autore di 27 punti con un sontuoso 9/13 al tiro.

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