di Gabriele Santoro
ROMA - Ora è ufficiale: Ettore Messina siederà in veste di assistente al capo allenatore sulla panchina prestigiosa dei Los Angeles Lakers per il prossimo biennio. «Sono onorato di aver ricevuto questa opportunità da una delle più grandi organizzazioni di basket del mondo», è stato il commento a caldo del coach. Messina raggiunge il tris d'assi Bargnani-Belinelli-Gallinari e scrive una pagina storica della pallacanestro azzurra: è il primo tecnico italiano ad approdare nel campionato professionistico a stelle e strisce.
La storia tra Messina e l'Nba racconta di tanti contatti e proposte di diverse franchigie, Toronto e New Yersey su tutte, che non si erano mai concretizzati. Ora si è presentata l'offerta irrinunciabile che consente un apprendistato di altissimo livello prima dell'eventuale grande responsabilità di una panchina da protagonista principale. Nel basket Nba gli assistenti hanno un ruolo chiave nella gestione della squadra e spesso costituisce il battesimo di carriere luminose. Nell'ultima stagione Tom Thibodeau, ex assistente per la difesa di Rivers ai Celtics, all'esordio da head coach ha trasformato i Chicago Bulls ed è stato votato miglior allenatore dell'anno. In primavera, dopo le dimissioni dal Real Madrid, il cinquantunenne coach catanese ha iniziato a prendere sul serio l'ipotesi di un approdo negli States.
La svolta è arrivata con la nomina di Mike Brown, ex coach dei Cavs di LeBron James, come successore del decano Phil Jackson sulla panchina dei gialloviola, la più ambita e bollente del mondo. Brown in alcuni viaggi studio in Europa ha avuto modo di conoscere e apprezzare il metodo di lavoro di Messina e tra i due si è instaurato un ottimo rapporto. Ai Lakers ricoprirà un incarico a tutto tondo mettendo a disposizione il proprio amplissimo bagaglio di conoscenze cestistiche. La sfida sarà rimotivare e rilanciare un gruppo che nell'ultima stagione ha deluso privo dell'usuale fame di successo. La disciplina ferrea, l'organizzazione minuziosa, l'energia straripante e le grandi doti da motivatore contraddistinguono il miglior tecnico dell'ultimo ventennio in Italia e secondo in Europa per numero di successi solo a Obradovic.
Il primo biglietto di presentazione di Messina agli esigenti e illustri tifosi della franchigia della Città degli Angeli si chiama Manu Ginobili: la stella argentina dei San Antonio Spurs formata e lanciata dal coach nella Virtus Bologna del grande slam. Sulla gloriosa panchina bianconera ha speso quindici anni di una carriera vincente (3 scudetti, 4 Coppa Italia, 2 Eurolega) prima come giovanissimo assistente del mito Sandro Gamba, poi da capo allenatore di una corazzata che ha reso grande il basket azzurro in Europa. Nel 2003 il passaggio all'ultima grande Treviso allestita dalla famiglia Benetton in cui ha vinto uno scudetto e quattro coppe nazionali svezzando il romano Andrea Bargnani, che non smette mai di ringraziarlo. Poi è arrivata la grande esperienza russa al Cska Mosca dal 2005 al 2009 in cui ha conquistato due volte l'Eurolega oltre a quattro scudetti. Dal 1993 al '97 ha guidato la nazionale italiana conquistando l'argento europeo a Spagna '97. Una caratteristica di Messina è il saper mettersi in discussione, come ha dimostrato nella parentesi a Madrid, e accettare nuove sfide sempre al momento giusto. Fino allo sblocco della serrata che sta paralizzando l'Nba non potrà rivolgere parola ai propri giocatori, ma è fortissima la curiosità di vederlo duettare anche in lingua italiana con un certo Kobe Bryant.
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