di Gabriele Santoro
ROMA – La legge di Mark Cavendish, cannibale delle volate, non ammette eccezioni. Lo sprinter dell’Isola di Man cala sul traguardo di Montpellier il poker personale al Tour de France nel penultimo arrivo disegnato per i velocisti. L’uomo di punta dell’Htc, dopo aver resistito alle salite della tre giorni pirenaica, gestisce in modo impeccabile e autoritario la volata grazie all’ottimo treno organizzato dai compagni di squadra. Un trionfo da dividere con lo splendido gregario Renshaw, bravo a mettere il proprio capitano nella condizione ideale per imporre una potenza che al momento non conosce rivali. Cavendish infila il diciannovesimo successo alla Grande Boucle, ipoteca la maglia verde della classifica a punti ed è a un passo dall’eguagliare le cinque vittorie in terra francese dello scorso anno. Il prossimo appuntamento per il britannico è la passerella sui Campi Elisi, dove a meno di sorprese concluderà in bellezza un Tour da protagonista. Thomas Voeckler controlla senza problemi la maglia gialla ostentando il segno del leader.Alessandro Petacchi e Daniel Oss hanno tentato di insidiare lo strapotere di Cavendish con uno sprint generoso. Lo spezzino resta imbottigliato nella prima fase della volata, poi riesce ad avanzare ma è già troppo lontano dal vincitore. Tyler Farrar, che nella terza tappa aveva sorpreso il favorito d’obbligo, non riesce ad anticiparne le mosse e si accontenta della seconda piazza. I quasi duecento chilometri della quindicesima tappa, che ha portato la carovana da Limoux a Montpellier, chiudono le prime due settimane di una corsa ancora alla ricerca dei numeri delle stelle annunciate. Dopo il riposo di lunedì le Alpi potranno stravolgere l’equilibrio da partita a scacchi che regna in questo Tour o si dovrà attendere la cronometro di Grenoble.
Nel momento della festa Cavendish non si dimentica dei gregari che l'hanno scortato sapientemente ai 200 metri finali. «Il traguardo l’ho tagliato io, ma è solo il frutto di un lavoro collettivo. I miei compagni mi sono stati vicini dall’inizio alla fine e mi hanno servito la vittoria su un piatto d’argento. La maglia verde? Dopo le beffe degli ultimi due anni devo fare attenzione fino a Parigi.»
Dopo pochi metri dalla partenza si forma subito una fuga con sei uomini che animerà tutta la giornata con i vigneti e il mare a fare da sfondo. Terpstra, Delage, Dumoulin, Ignatyev e Delaplace ci provano, ma come confessano all’arrivo «non ci abbiamo mai creduto veramente.» Gli uomini di classifica cercano di ripararsi dal forte vento assorbito dal lavoro dei gregari e lottano per mantenere la migliore posizione. Il vantaggio massimo dei fuggitivi tocca i quattro minuti. A 1800 metri dalla fine il gruppo si ricompatta per l'attesa volata finale. La tappa interlocutoria e senza asperità va in archivio senza registrare problemi di cadute.
A scuotere il gruppo arriva la notizia dell’addio alle corse del trentasettenne Vinokourov. Il capitano dell’Astana, che nella nona tappa ha riportato la rottura del femore in seguito a una caduta rovinosa, ha annunciato a France Televisions la decisione che era nell’aria. «Penso di chiudere qui la mia carriera. Andrò in bici da amatore e per mantenermi in forma. Resterò comunque nel mondo del ciclismo con un ruolo diverso all’interno dell’Astana.» Le altre facce sofferenti e coraggiose del Tour sono quelle di Hoogerland, che corre con oltre trenta punti di sutura sulla gamba, e Dam in sella nonostante il volto tumefatto dallo scivolone di ieri in discesa.
Armstrong: «Voeckler può vincere». In Francia è scoppiata ormai la Voeckler mania. Nell’ultima settimana il quotidiano sportivo L’Équipe ha dedicato cinque copertine “all’eroe, al campione vero che va a pane e acqua”. Ad aumentare la pressione sul corridore transalpino è arrivata anche l’incoronazione via twitter di Lance Armstrong, padrone incontrastato del Tour per sette anni: «In montagna non si è fatto staccare. Ha un vantaggio considerevole in classifica ed ha alle spalle l’entusiasmo di una nazione intera. Può farcela.» Voeckler getta però acqua sul fuoco: «Ho zero possibilità di vincere il Tour. Stamattina è stato un risveglio difficile e la giornata altrettanto complicata. Non voglio ingannare il pubblico: nell'ultima settimana mi batterò fino in fondo, ma ieri è stato un miracolo seguire i migliori.»
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