di Gabriele Santoro
ROMA – Il Tour de France sconfina in Italia per la dodicesima volta nella sua storia centenaria, ma continua a parlare norvegese. Il talentuoso Edvald Boasson Hagen, formatosi sulla mountain bike, dopo la beffa subita ieri dal connazionale Hushovd s’infila nuovamente nella fuga giusta, stacca gli altri fuggitivi sull’ultima salita del Pra' Martino, disegna linee perfette nella discesa più complicata della corsa ed è imprendibile nel tratto pianeggiante che conduce al traguardo di Pinerolo. I tifosi scandinavi festeggiano così il quarto successo (due a testa per Hagen e Hushovd) in questo Tour, mentre Italia e Francia sono ancora a secco di vittorie.Alberto Contador non aspetta più nessuno: ogni centimetro di asfalto è buono per l'impresa di riappriopriarsi del Tour. Il campione spagnolo ripropone l’attacco del Col de Manse e nell’ultima discesa di giornata manda per la prima volta in difficoltà la maglia gialla. A otto chilometri dalla fine arriva lo scatto di Contador che prende la testa del gruppo in salita, ma a fare la differenza è la picchiata dal Pra' Martino a Pinerolo. Il trenino iberico degli amici Contador-Sanchez crea il vuoto in discesa con traiettorie coraggiose che nessuno riesce a seguire. Thomas Voeckler sbaglia diverse curve finendo addirittura nel garage di un’abitazione ai bordi della strada e perde 26" dal tre volte vincitore della Grande Boucle. Ivan Basso conferma di non essere un discesista e in due giorni accumula 1'18" di ritardo. Si difende benissimo l'altro italiano Damiano Cunego, che scavalca in classifica il varesino e può puntare a un ottimo piazzamento nella generale. Stavolta i fratelli Schleck non accusano il carisma di Contador e Cadel Evans, forte del vantaggio considerevole sullo spagnolo, controlla senza prendere rischi in discesa.
La diciassettesima tappa parte alle solite velocità altissime, oltre i cinquanta chilometri orari, e ci sono due corse parallele: una per il successo di giornata, l'altra per ridisegnare la classifica generale. Per il primo obiettivo la fuga buona si forma con Perez Moreno, Tjallingii, Mollema, Fofonov, Muravyev, Amador, Paterski, Boasson Hagen, Casar, El Fares, Chavanel, Bozic, Leukemans e Hivert che toccano anche gli 8' di vantaggio dalla maglia gialla. Sull'ascesa del Sestriere il gruppo di fuggitivi si sgrana con Perez Moreno in solitario. Hagen gestisce lo sforzo e a dodici chilometri dall'arrivo si ricongiunge con l'attaccante dell'Euskadi. Il norvegese passa da solo al gpm di Pra' Martino costruendo il margine necessario alla vittoria. «Ero frustato per la sconfitta di ieri e volevo rifarmi. Sentivo la gamba buona sull'ultima ascesa e ho fatto la differenza. La classifica generale? Non lo so, ma ci penserò per il futuro.», ha spiegato Hagen.
«Ogni giorno perdo qualche secondo, ma oggi sono stato fortunato: avrei potuto rimetterci la clavicola! Conoscevo la discesa e ho forzato un po’ troppo. Prendendo meno rischi sarei arrivato insieme a Evans e agli uomini di classifica. Domani non penso di poter seguire i colleghi sull’ascesa del Galibier. Contador? Impressionante. Oggi era nervoso, voleva guadagnare del tempo a qualsiasi costo», ha commentato Voeckler. Al traguardo il madrileno sfoggia il sorriso delle giornate da padrone del Giro d’Italia: «Sono contento: le gambe vanno sempre meglio. Le salite di oggi non facevano selezione e tutti mi marcavano. Si poteva attaccare solo in discesa e dovevo provarci. La tappa di domani promette spettacolo.» Giovedì la carovana affronterà la tappa più dura: duecento chilometri da Pinerolo al mitico Galibier, vetta più alta mai toccata da un arrivo del Tour con i suoi 2645 metri, con tre montagne "hors categorie" (fuori categoria) come il Colle dell'Agnello (2744 metri), l'Izoard e il Galibier. Il gruppo pedalerà in salita per sessanta chilometri e c'è lo spazio per attacchi da lontano con lo sguardo puntato su Contador.
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