giovedì 14 luglio 2011

Tour de France, Sanchez anticipa tutti nella prima tappa sui Pirenei

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di Gabriele Santoro

ROMA – Il Tour de France affronta il primo tappone pirenaico con l’ascesa del mitico Tourmalet e s’infiamma selezionando il gruppo dei migliori. In una cornice di pubblico e natura splendida il basco, campione olimpico, Samuel Sanchez dell’Euskaltel-Euskadi trionfa nella tappa più sentita, davanti a migliaia di tifosi con la bandiera ikurrina, battendo in volata Vanendert, compagno dell’ultima e decisiva fuga. Il francese Voeckler ha difeso egregiamente la maglia gialla staccandosi dalla concorrenza solo nell’ultimo tratto di gara. Sulla terza grande salita della tappa che ha condotto al traguardo di Luz Ardiden (in vetta oltre i 1700 metri, 13,3 km di percorrenza con pendenza media al 7,4% e punte attorno al 12%) ha regalato spettacolo Frank Schleck ora secondo in classifica generale a un 1’49 da Voeckler. Nell’ultimo chilometro il lussemburghese dopo aver staccato con due allunghi micidiali il gruppo maglia gialla con un Contador in difficoltà (43” di ritardo da Sanchez), il gemello Andy, Cadel Evans e la coppia di italiani Basso-Cunego si è fermato a un soffio lungo dieci secondi dal completare la rimonta sul basco.

La prima vera montagna della Grande Boucle ha restituito ottime sensazioni dai due azzurri costantemente a ruota dei favoriti della corsa più amata dai francesi. Ivan Basso, dopo aver messo il suo gregario Szmyd in testa a tirare il gruppo maglia gialla sulla salita di Luz Ardinen, ha prima risposto alle rasoiate di Schleck e poi ha chiuso quarto dimostrando uno stato di forma che fa ben sperare. «È solo il primo arrivo in salita, ma le sensazioni sono davvero ottimo», ha commentato con un largo sorriso il corridore della Liquigas che ottiene il quinto posto in classifica seguito da Damiano Cunego.

Tutti attendevano i Pirenei per testare le forze e la condizione dei leader attesi.
Le numerose cadute della prima settimana di corsa non sono state ancora assorbite da Alberto Contador, sempre nel mirino della critica transalpina, e lo spagnolo non ha l'agilità nella pedalata che lo contraddistingue. «Oggi sono stato prudente. Nel finale non sono riuscito a scattare, ma sono lo stesso soddisfatto. Sto meglio di giorno in giorno. Oggi si vedono le conseguenze delle cadute, non ero al massimo nelle gambe, non avevo la mia pedalata migliore. Ma andrà sempre meglio», ha spiegato il dominatore dell'ultimo Giro D'Italia. Nota di merito va al francese Voeckler che approfittando delle schermaglie tra i favoriti ha tenuto un passo regolare e resistito negli ultimi dieci chilometri, quando l'idea di mantenere la maglia gialla era l'unico propulsore di un motore senza più energia.

La tappa.
Se a Parigi la festa nazionale del 14 luglio con la tradizionale sfilata sui Campi Elisi è funestata dalla morte nelle ultime quarantotto ore di cinque soldati francesi (settanta dall’inizio della missione nel 2001) uccisi in Afghanistan, lungo le strade del Tour si è respirato il solito entusiasmo fatto di colori e tifo che assecondano la fatica più dura. La dodicesima tappa, la prima della tre giorni sui Pirenei, ha superato tre asperità durissime. A 79 chilometri dall’arrivo c’è stata La Horquette d’Ancizan (1538 metri, 9,9 km di salita, pendenza media al 7,5% con punte del 10%) con il francese Mangel a tagliare davanti il Gpm di prima categoria in compagnia degli eroi di giornata Perez Moreno, Gutierrez, Kadri, Thomas e Roy in fuga dal secondo chilometro.

Il Tour segnato dalle cadute eccellenti annota gli ennesimi scivoloni:
il gruppo maglia gialla transita al Gpm con 5’48 di ritardo dai fuggitivi e alla prima curva della discesa Voeckler assaggia l’asfalto umido coinvolgendo nella caduta il tedesco Andreas Kloden che riporta diverse abrasioni uscendo di scena per la classifica generale con 8’ alla fine. A 47 chilometri dal traguardo avvolto da nubi che promettono pioggia arriva per la 79esima volta nella storia del Tour il Tourmalet, la cui strada è intitolata alla leggenda Fignon, con il suo carico di fascino e asprezza. I fratelli Schleck mettono gli uomini della Leopard a dettare il ritmo del gruppo, mentre la fuga si sgranava con i soli Thomas e Roy (primo al prestigioso Gpm) a guidare. Contador dà notizia di sé spedendo in avanguardia il fidato Hernandez. Il Tourmalet fa selezione, ma si decide tutto sull’ultima salita Luz Ardinen.

A dodici chilometri dalla fine scatta la caccia di Sanchez che assecondato dalla staffetta di Vanendert in breve aggancia e stacca i coraggiosi Thomas e Roy sfiniti dalla lunghissima fuga. A 4 chilometri dalla conclusione gli Schleck dopo essersi scambiati uno sguardo d’intesa rompono gli indugi. Franck fa il vuoto al secondo tentativo. Contador prova a rispondere, ma la gamba non è quella del Giro. Sanchez e Vanendert gestiscono la manciata di secondi di vantaggio di secondi che li separano da Schleck con uno sprint anticipato. Ivan Basso mostra brillantezza e grinta, mettendo dietro nella volata del secondo gruppo anche un positivo Evans. Domani si replica sui Pirenei con i 152,5 chilometri da Pau a Lourdes. Nella seconda parte della frazione ci sarà un’altra vetta mitica come l’Aubisque (16,4 km al 7,1%).

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